In occidente la difesa del buon diritto e del valore di Kyiv si è fatta più imbarazzata e reticente. Nei discorsi di Zelensky il richiamo alla dura prova cui è sottoposta la resistenza ha appena cominciato ad affiorare
Ucraina. Torniamo al principio. Da dove avevamo detto (qui, 2 aprile 2022): “L’Ucraina, non perdendo, vince. La Russia, non vincendo, perde”. E’ quello che è successo. Finora, i russi conquistarono 100 mila chilometri quadrati, l’Ucraina ne ha ripresi 60 mila. Dunque?
Dunque: il luogo comune sulla Russia e Putin che “hanno vinto” la guerra è infondato, e legato a due motivi soprattutto. Il principale, la lunga assicurazione baldanzosa di Zelensky e dei suoi sulla riconquista dell’intero territorio, Crimea compresa, e sulla vittoriosa controffensiva dell’estate 2023, tanto più annunciata quanto più rinviata, e alla fine impantanata – “lo stallo”. Il secondo motivo è nel modo in cui la durata ha influito finora sul rapporto di forze. Si era contato dagli alleati che il tempo avrebbe fiaccato la Russia: le sue risorse esaurite dalle sanzioni, e la sua posizione internazionale minata dall’isolamento.
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