La considerazione del dissenso interno alla Russia e la stentorea campagna sulla controffensiva potevano essere gestitie diversamente da Kyiv. Ma Putin non ha vinto e ora si offre da esercito mercenario per la fantasiosa rinascita dei paesi non allineati
Noi siamo gli slogati che si vantano stanchi di guerra. Gli ucraini, donne e uomini, sono stanchi davvero. Milioni, tante donne e bambini, sono da due anni espatriati, e tanti non torneranno. Milioni sono sfollati, all’interno. Centinaia di migliaia sono combattenti, molti senza interruzione dall’inizio – chiedono un ricambio al fronte “dopo 18 mesi”. Molti sono spaventati e rintanati. Innumerevoli sono morti o mutilati o allucinati. Ieri la Danimarca ha detto che anticiperà la fornitura di F16 all’estate, e intanto che regala all’Ucraina l’intera sua artiglieria – affettuoso antiquariato. L’Ucraina potrà ancora battersi efficacemente, riguadagnare terreno, umiliare col proprio valore un’armata del soldo: lo spero ardentemente. Anche ogni altro esito è possibile. Che la società civile ceda, insofferente verso la leadership, divisa – fra combattenti, disertori e “imboscati”, fra espatriati e rimasti, fra poveri e arricchiti. Che ceda la leadership politica e militare. Qualcuno, fiducioso nella vittoria o disposto alla sconfitta dignitosa, si interrogherà prima che si faccia tardi?
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