Nel dramma l’amore è descritto come ribellione all’ordine sociale, scelta di libertà, eversione dalle regole. Prima di parlarne, le opere sarebbe meglio ascoltarle, o almeno leggerle

Ecco, il “Don Giovanni” come espressione della “natura predatoria del patriarcato” ci mancava. Ha provveduto ieri Viola Ardone sulla prima pagina di Repubblica, prendendo spunto da una ripresa del vecchio, bellissimo e incolpevole spettacolo di Mario Martone al San Carlo. Ardone fa la predica a Da Ponte e Mozart per interposto Leporello: “Nell’epoca del #MeToo”, come rileggere il famoso catalogo “senza che quella lista di prede erotiche risulti sinistramente simile a quella che enumera le vittime di femminicidio?”. Già come? Forse perché c’entra niente? Le donne che il Don seduce sono consapevoli di farsi sedurre, a partire proprio da Donn’Anna, ufficialmente “sforzata” e in realtà, si direbbe, talmente consenziente da avvinghiarsi al presunto stupratore: “Non sperar se non m’uccidi / Ch’io ti lasci fuggir mai”.

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QOSHE - Cara Viola Ardone, il “Don Giovanni” parla di libertà. Non di patriarcato - Alberto Mattioli
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Cara Viola Ardone, il “Don Giovanni” parla di libertà. Non di patriarcato

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18.02.2024

Nel dramma l’amore è descritto come ribellione all’ordine sociale, scelta di libertà, eversione dalle regole. Prima di parlarne, le opere sarebbe meglio ascoltarle, o almeno leggerle

Ecco, il “Don Giovanni” come espressione della “natura predatoria del patriarcato” ci mancava. Ha........

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