Gli scienziati discutono e il mio cervello vede gattini. La voluttà del non capire niente

Poiché non è indispensabile capire come l’energia elettrica passi dall’interruttore alla lampadina sul soffitto per accendere la luce, io sono diventata un’appassionata di science fiction senza capirci niente. Non so niente di protoni, ma sto guardando una serie in cui i protoni da soavi palline diventano gigantesche minacce per l’umanità. Non ho mai capito niente di fisica, purtroppo, ma sto sperando che i fisici più importanti del pianeta non vengano uccisi prima di avere risolto l’equazione che salverà il mondo. Non so bene che cosa sto dicendo, nemmeno, ma so che mio figlio è contento di guardare insieme a me queste serie TV che dondolano tra scienza e apocalisse, e a me sembra un grande passo avanti rispetto all’horror puro in cui teste di bambini ruzzolano per una scarpata. Rispetto anche a scheletri di mani che escono dalla terra e afferrano la mia caviglia per trascinarmi nel regno dei morti (poiché io credo a tutto, credo immediatamente che quel personaggio svagato di madre americana che si inoltra da sola in un cimitero sotto un temporale sono sicuramente io, anche se è ovvio che nessuna forza sovrannaturale potrebbe essere così sovrannaturale da spingermi fuori casa di notte durante un temporale: chiamerei la polizia, l’esercito, i pompieri, accenderei tutte le luci, mi legherei al letto, chiamerei i vicini, scriverei: aiutatemi, a tutta la rubrica di whatsapp). Per molto tempo ho accettato di vedere sangue schizzare da tutte le parti, e lo accetto ancora fingendo che mi piaccia il corpo umano dall’interno, ma ultimamente mio figlio preferisce lo sfacelo del mondo per motivi scientifico-complottisti, e io non ho intenzione di oppormi. Spesso anzi sono io a segnalare una nuova uscita: guarda amore, c’è questo film in cui le strade si spaccano a metà e inghiottono gli abitanti di un intero stato americano, ti va? Lui dice sempre sì e si appassiona alle leggi della fisica che regolano la fine del mondo.

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Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.

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Non saprò mai che cos'è un protone ma amo la science fiction

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05.04.2024

Gli scienziati discutono e il mio cervello vede gattini. La voluttà del non capire niente

Poiché non è indispensabile capire come l’energia elettrica passi dall’interruttore alla lampadina sul soffitto per accendere la luce, io sono diventata un’appassionata di science fiction senza capirci niente. Non so niente di protoni, ma sto guardando una serie in cui i protoni da soavi palline diventano gigantesche minacce per l’umanità. Non ho mai capito niente di fisica, purtroppo, ma sto sperando che i fisici più importanti del pianeta non vengano uccisi prima di avere risolto l’equazione che salverà il mondo. Non so bene che cosa sto dicendo, nemmeno,........

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