Con la nomina di Maurizio Molinari, fior di professionista e militante rigoroso di una cultura liberal-conservatrice, doveva cambiare tutto, eravamo in attesa. Ma il quotidiano è impregnato di moralismo politico che non vuole evolvere. Un problema italiano

Repubblica è dagli anni Settanta un ritrovato notevole della modernità editoriale italiana, questo difficile non riconoscerlo, ma è un giornale in crisi. Lì è avvenuto un regime change. Dalla proprietà Mondadori-Caracciolo-Scalfari, tanti anni fa, si passò alla consanguinea proprietà De Benedetti. Si restava in famiglia, per così dire, con tanto di dote alle figlie del fondatore. Ezio Mauro per vent’anni garantì la sutura. Poi gli Agnelli-Elkann, con il disvelamento del fatto che l’unico vero giornale cognato d’Italia, Carlo & Marella, era stato proprio quello finito in Largo Fochetti, sede e ruolo romano e nazionale sempre meno centrale. E ora la famiglia multinazionale del cognato o meglio della cognata, della compianta nonna di John Lapo e Ginevra, se l’era pappato per poco, complice la malavoglia degli eredi di CDB, e decideva di farne un’altra cosa. Progetto subito fallito, come segnalò il licenziamento a raffica prima di Mario Calabresi e poi di Carlo Verdelli dal loro ruolo di direttori pro tempore e successori della coppia Scalfari-Mauro, beniamini della vecchia redazione. Con la nomina di Maurizio Molinari, fior di professionista e militante rigoroso di una cultura liberal-conservatrice, doveva cambiare tutto. Eravamo in attesa.

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"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.

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A Rep. serve una svolta trasformista

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06.02.2024

Con la nomina di Maurizio Molinari, fior di professionista e militante rigoroso di una cultura liberal-conservatrice, doveva cambiare tutto, eravamo in attesa. Ma il quotidiano è impregnato di moralismo politico che non vuole evolvere. Un problema italiano

Repubblica è dagli anni Settanta un ritrovato notevole della modernità editoriale italiana, questo difficile non riconoscerlo, ma è un giornale in crisi. Lì è avvenuto un regime change. Dalla proprietà Mondadori-Caracciolo-Scalfari, tanti anni fa, si passò alla........

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