Lo studioso Erik Brynjolfsson si confronta con il capoeconomista del Financial Times Tej Parikh sull'intelligenza artificiale. Il punto è uno: se la usiamo per imitare l'intelligenza umana andiamo poco lontano, ma sarebbe un futuro migliore se fosse utilizzata per implementare le nostre capacità cognitive

Erik Brynjolfsson è un grande conoscitore dell’intelligenza artificiale (IA), studioso di Stanford. Tej Parikh è il capoeconomista del Financial Times. Discutevano ieri di una cosa che non si capisce bene con gli strumenti dell’intelligenza naturale, a meno di non avere specifiche competenze avanzate di matematica e computer science, discutevano appunto dell’IA. Il lettore comune capisce che l’IA si piazza, come rilevanza rivoluzionaria riguardo alla vicenda umana, tra la scoperta del fuoco e l’invenzione dell’elettricità, punto esclamativo; che può generare in un tempo brevissimo e in prospettiva di medio termine, comunque ravvicinata per gli standard di diffusione e incidenza delle tecnologie generaliste che abbiamo conosciuto in questi decenni, incrementi di produttività fantastici, a due cifre percentuali, dunque risultati decisamente superiori ai mezzi impiegati, lavoro capitali strumenti di produzione e tecnologie tradizionali. Robert Solow, premio Nobel per l’Economia appena scomparso, definì agli albori dei Novanta un famoso paradosso: “Vedo computer dovunque tranne che nelle statistiche sull’aumento di produttività”. Brynjolfsson, suo allievo, spiega che il paradosso dipendeva da come era strutturata la rete o web in rapporto ai dati di valutazione dell’economia dell’epoca, un rapporto poi cambiato e ora destinato, con l’IA, a un balzo in avanti prodigioso (fuoco ed elettricità, non c’è bisogno di aggiungere altro). Il motore a scoppio, le applicazioni dell’elettricità, i computer erano tecnologie generaliste, ma l’IA ha il tratto specifico di applicarsi alla struttura e alla fonte dell’intelligenza umana.

Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo

"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.

QOSHE - Dialogo tra un esperto di IA e un economista su un futuro super produttivo, ma poco umanistico - Giuliano Ferrara
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Dialogo tra un esperto di IA e un economista su un futuro super produttivo, ma poco umanistico

4 1
03.02.2024

Lo studioso Erik Brynjolfsson si confronta con il capoeconomista del Financial Times Tej Parikh sull'intelligenza artificiale. Il punto è uno: se la usiamo per imitare l'intelligenza umana andiamo poco lontano, ma sarebbe un futuro migliore se fosse utilizzata per implementare le nostre capacità cognitive

Erik Brynjolfsson è un grande conoscitore dell’intelligenza artificiale (IA), studioso di Stanford. Tej Parikh è il capoeconomista del Financial Times. Discutevano ieri di una cosa che non si capisce bene con gli strumenti dell’intelligenza naturale, a meno di non avere specifiche competenze avanzate di matematica e........

© Il Foglio


Get it on Google Play