Le parole d’ordine di sempre, il vittimismo, la totale ignoranza delle circostanze. Ma quello che fa impressione è l’impossibilità di una generazione pro Ucraina e pro Israele

Leggere le cronache di piazza di questi giorni porta a un sentimento di vera incredulità. A parte la mancanza di fantasia civile e personale, il monotono ripetersi dell’identica kefiah, dello stesso assemblaggio di parole d’ordine di sempre, del vittimismo, del portamento da esclusi, e a parte la totale e programmata ignoranza delle circostanze, delle concatenazioni di causa e effetto, delle vere responsabilità nella tragedia dei civili a Gaza, a parte l’irrompere confuso del miscuglio ideologico woke e dei criteri di condotta woke nella fenomenologia anticoloniale delle masse in lotta contro il famoso genocidio, fa impressione nelle manifestazioni propalestinesi l’automatismo, quello che queste manifestazioni escludono dal loro orizzonte, l’impossibilità di una generazione pro Ucraina e pro Israele.

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"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.

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L’orizzonte negato dalle manifestazioni con la kefiah

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03.03.2024

Le parole d’ordine di sempre, il vittimismo, la totale ignoranza delle circostanze. Ma quello che fa impressione è l’impossibilità di una generazione pro Ucraina e pro Israele

Leggere le cronache di piazza di questi giorni porta a un sentimento di vera incredulità. A parte la mancanza di fantasia civile e personale, il monotono ripetersi dell’identica kefiah, dello stesso assemblaggio di........

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