I vertici dell'ateneo pugliese scelgono di boicottare gli accordi con le università israeliane. Ma nessuno tra docenti e studenti ha alcunché da obiettare sulle partnership con Teheran (oltre che con Cina, Russia e Turchia)

Con la Palestina fino alla vittoria”, scandivano gli studenti mentre il Senato accademico dell’Università di Bari, convocato dal rettore, Stefano Bronzini, deliberava: “Non presenteremo progetti per il bando sugli accordi di cooperazione tra Israele e Italia”. L’organizzazione giovanile comunista Cambiare rotta festeggia e il rettore annuncia: “L’Università è un luogo di dibattito e di riflessione aperta ispirato ai princìpi di pace della nostra Costituzione”. Pace? Un po’ come l’Iran è una “repubblica” e il Muro di Berlino era “antifascista”. Peccato che, al 2022, l’università avesse sei accordi con Israele e ben quattordici con l’Iran, nove con la Cina, quindici con la Russia e tre con la Turchia, paesi dove notoriamente le università sono libere. Accordi in scadenza nel 2023, 2024, 2025 e 2026. Quell’Iran che, secondo un rapporto di Amnesty International pubblicato giovedì (Amnesty non piaceva tanto agli accademici?), ha intensificato l’uso della pena di morte uccidendo 853 persone nel 2023, il numero più alto registrato dal 2015. Ma nessuna protesta a Bari. Neanche un accenno di solidarietà da parte della figlia dell’illustre grecista comunista e degli altri accademici dell’Università Aldo Moro per i colleghi iraniani cacciati dagli atenei da quando sono scoppiate le proteste.

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Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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L'Università di Bari rompe con Israele e non fiata sugli ayatollah iraniani, con cui ha il doppio degli accordi

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11.04.2024

I vertici dell'ateneo pugliese scelgono di boicottare gli accordi con le università israeliane. Ma nessuno tra docenti e studenti ha alcunché da obiettare sulle partnership con Teheran (oltre che con Cina, Russia e Turchia)

Con la Palestina fino alla vittoria”, scandivano gli studenti mentre il Senato accademico dell’Università di Bari, convocato dal rettore, Stefano Bronzini, deliberava: “Non presenteremo progetti per il bando sugli accordi di cooperazione tra Israele e Italia”. L’organizzazione........

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