Da dead man walking a uomo della seconda stella nerazzurra in undici mesi: la trasformazione del tecnico dell'Inter

Non più tardi di undici mesi fa, punita a San Siro da un gol di Giacomo Bonaventura, al terzo ko di fila dopo quelli contro Spezia e Juventus, l’Inter sembrava pronta a salutare Simone Inzaghi, anche a costo di affidare la panchina a un traghettatore promosso dalla Primavera come Cristian Chivu. E se a Beppe Marotta e Piero Ausilio va il merito di non aver imboccato la strada della disperazione, al tecnico nerazzurro va quello, enorme, di aver imparato dai propri errori. Era un dead man walking, intristito e in apparenza abbandonato, nella migliore delle ipotesi costretto a finire la stagione senza squilli di tromba in vista di una riconferma che non sarebbe mai arrivata. Si è ribellato a questo destino, costruendo il proprio futuro con un’impensabile cavalcata in Champions League e con il successo in quello che è uno dei suoi rifugi prediletti, la Coppa Italia. Forse non è un caso, ma quest’anno l’ha lasciata andare in fretta: aveva altre mire, Simone da Piacenza, che a meno di episodi di autodistruzione sarà l’uomo della seconda stella interista. In questi anni ha smussato angoli difficili da limare, ha cancellato un sottofondo di nervosismo neanche troppo latente che talvolta bussava alla porta di un ragazzo cresciuto cercando con insistenza la via della rete, quella strada che veniva naturale al fratello Filippo. Il destino ha voluto bilanciare le loro carriere, restituendo a Simone la gloria che non era riuscito ad avere fino in fondo da calciatore a causa degli infortuni.

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QOSHE - Perché adesso tutti vorrebbero Simone Inzaghi in panchina - Marco Gaetani
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Perché adesso tutti vorrebbero Simone Inzaghi in panchina

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04.03.2024

Da dead man walking a uomo della seconda stella nerazzurra in undici mesi: la trasformazione del tecnico dell'Inter

Non più tardi di undici mesi fa, punita a San Siro da un gol di Giacomo Bonaventura, al terzo ko di fila dopo quelli contro Spezia e Juventus, l’Inter sembrava pronta a salutare Simone Inzaghi, anche a costo di affidare la panchina a un traghettatore promosso dalla Primavera come Cristian Chivu. E se a Beppe........

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