L'immobile abbandonato è stato trasformato in un centro antiviolenza da un gruppo di attiviste. Ora il presidente del Lazio, Francesco Rocca, prepara l'assegnazione pubblica. Restano le divergenze tra Pd e FdI
Il nome è evocativo: “Lucha y Siesta”, Casa delle donne, un simbolo di lotta per le attiviste che il 22 gennaio hanno salutato al grido di “l’antiviolenza non si processa” la sentenza di assoluzione nel processo penale per occupazione in cui era coinvolta l’associazione impegnata nel contrasto alla violenza di genere. Ma “Lucha y Siesta”, negli anni, è diventata simbolo di altro, come racconta la sua storia.
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Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.