“Campagna profondamente ingiusta e pericolosa per i lavoratori”, dice il sindaco di Benevento. Che prende le difese del vicepremier
“Io dovrei essere quello che critica Matteo Salvini, e l’ho fatto molte volte. Dovrei essere quello che dice: Salvini è venuto a visitare lo stabilimento Rummo per ragioni politiche, ma stavolta mi pare eccessivo, sinceramente”. Il sindaco di Benevento e democristiano storico Clemente Mastella è allarmato. Di più, preoccupato. Non per Salvini, ma per l’azienda Rummo. Quella della pasta “famosa in tutto il mondo”, dice. “Per l’azienda e per i lavoratori che ora rischiano di subire le conseguenze di una campagna social profondamente ingiusta – che addirittura incita al boicottaggio commerciale”. Passo indietro: c’è quell’immagine, on line, di qualche giorno fa: il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini compare in un video su Tiktok con una cuffietta di carta in testa, necessaria a mantenere asettico un luogo dove si produce qualcosa di commestibile. La pasta, appunto. Non è l’unico politico ad aver visitato l’azienda: prima di lui si sono visti, tanto per dirne due, Paolo Gentiloni e Andrea Orlando. Salvini si muove tra i macchinari, nel video, lodando “il meraviglioso stabilimento di pasta italiana…altro che grilli, vermi e farine d’insetto, quelli li lasciamo mangiare a qualche burocrate di Bruxelles”.
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Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.