Le relazioni fra la Santa Sede e l’Iran sono state stabilite nel 1954 e sono sopravvissute anche alla rivoluzione khomeinista del 1979. Significativa, e molto apprezzata dal clero scita, la visita nel 2021 al Grande Ayatollah Ali Al Sistani, in Iraq

Nell’appello del Papa “affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza col rischio di trascinare il medio oriente in un conflitto bellico ancora più grande”, lanciato domenica al termine del Regina Coeli, c’è un passaggio significativo che va al di là della rituale condanna per azioni belliche tali da minacciare la pace. Francesco infatti, riferendosi all’“aggravamento della situazione in Israele a causa dell’intervento da parte dell’Iran”, ha detto che “nessuno deve minacciare l’esistenza altrui. Tutte le nazioni si schierino invece da parte della pace, e aiutino gli israeliani e i palestinesi a vivere in due stati, fianco a fianco, in sicurezza. E’ un loro profondo e lecito desiderio, ed è un loro diritto!”.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

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“Nessuno deve minacciare l'esistenza altrui”. Il soft power del Papa sull'Iran

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15.04.2024

Le relazioni fra la Santa Sede e l’Iran sono state stabilite nel 1954 e sono sopravvissute anche alla rivoluzione khomeinista del 1979. Significativa, e molto apprezzata dal clero scita, la visita nel 2021 al Grande Ayatollah Ali Al Sistani, in Iraq

Nell’appello del Papa “affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza col rischio di trascinare........

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