Le speranze del Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani sono tutte riposte sul Sinodo universale che nel 2024 dovrà approvare "risoluzioni concrete"

Roma. “Continuare ora con questo progetto nonostante le critiche di Roma e creare un fatto compiuto può essere inteso solo come una sfida provocatoria e non può finire bene”. Il progetto in questione è il Comitato sinodale tedesco e a sfogare tutta la sua disapprovazione è il cardinale Walter Kasper. In un’intervista rilasciata alla rivista teologica Communio (quella che tra i suoi fondatori ebbe Joseph Ratzinger, tra l’altro), Kasper manifesta tutte le sue perplessità per quanto sta accadendo nella Chiesa di casa sua. Non è una novità, perché da tempo il porporato, teologo di rango e principe dell’ala progressista, lancia allarmi sulle derive del Synodale Weg, ma stavolta argomenta la sua opposizione su un piano sostanziale. Il Comitato sinodale dovrebbe preparare la strada a un futuro Consiglio sinodale, fatto in egual numero da vescovi e laici, con poteri anche esecutivi. Dice il cardinale: “Non c’è legittimazione di un Consiglio sinodale con un numero uguale di vescovi e laici nel processo sinodale della Chiesa universale. Tale questione non è stata nemmeno affrontata durante il processo sinodale e le obiezioni romane sono state più che chiare”. Un Consiglio sinodale così immaginato “significherebbe senza dubbio violare la struttura sacramentale della Chiesa”. Spiega Kasper: “L’autorità è legata al ministero che viene dato e autorizzato dall’ordinazione sacramentale. Ciò include il fatto che un vescovo si consulti con gli organi sinodali e dia un resoconto della sua decisione. Tali consultazioni regolari tra la Conferenza episcopale e lo ZdK (Comitato centrale dei cattolici tedeschi) si svolgono a livello nazionale dal Sinodo di Würzburg (1971-1975, ndr). Non c’è nulla che impedisca che queste consultazioni diventino più importanti. Tuttavia, diventerebbe problematico se un Consiglio sinodale fosse in grado di approvare risoluzioni vincolanti a cui il singolo vescovo è canonicamente o moralmente legato. Tale Consiglio limiterebbe o addirittura rimuoverebbe l’autorità del vescovo. Avrebbe quindi più potere della Conferenza episcopale, che secondo l’attuale Codice di diritto canonico (con poche eccezioni) è un organo consultivo”. Per quanto riguarda i vescovi (la quasi totalità) che si sono dichiarati favorevole all’istituzione del Consiglio sinodale, Kasper dice: “Non mi è chiaro come si possa assumere un impegno all’ordinazione e poi rinunciare agli obblighi che ne sono essenziali e a cui ci si è impegnati pubblicamente ”.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

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Il cardinale Kasper contro i vescovi tedeschi: "Non finirà bene"

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23.01.2024

Le speranze del Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani sono tutte riposte sul Sinodo universale che nel 2024 dovrà approvare "risoluzioni concrete"

Roma. “Continuare ora con questo progetto nonostante le critiche di Roma e creare un fatto compiuto può essere inteso solo come una sfida provocatoria e non può finire bene”. Il progetto in questione è il Comitato sinodale tedesco e a sfogare tutta la sua disapprovazione è il cardinale Walter Kasper. In un’intervista rilasciata alla rivista teologica Communio (quella che tra i suoi fondatori ebbe Joseph Ratzinger, tra l’altro), Kasper manifesta tutte le sue perplessità per quanto sta accadendo nella Chiesa di casa sua. Non è una novità, perché da tempo il porporato, teologo........

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