Due sono i punti cardine della strategia di Pechino: indottrinare e intimidire. Indottrinare attraverso la scuola e le chiese, intimidire usando la legge, gli arresti-lampo, i processi e le multe. Il dogma è quello della sinicizzazione, come spiegato da Xi Jinping già nel 2015

Roma. Lungo il percorso che negli auspici vaticani dovrà portare, prima o poi, alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese, la variabile Hong Kong resta sempre sul tavolo di ogni discussione. Negli ultimi dieci giorni, la Santa Sede ha proceduto alla nomina di tre vescovi e all’istituzione – la prima dai tempi della Rivoluzione maoista – di una diocesi. Il problema è che la nomina dei vescovi, avvenuta nel rispetto dell’Accordo provvisorio del 2018 (e rinnovato già due volte), è stata possibile perché di fatto Roma ha accettato non solo le scelte “suggerite” da Pechino, ma anche la ridefinizione delle diocesi che da decenni va chiedendo il Partito comunista e che finora la Santa Sede aveva sempre rifiutato. E’ vero che ora i presuli sono in comunione con Roma e – come disse pochi mesi fa il segretario di stato Parolin – non ci sono più vescovi scomunicati in Cina, ma le nomine non sono altro che il via libera a quanto deciso dal regime, attraverso il Consiglio dei vescovi cinesi, che la Santa Sede non riconosce. E’ puro realismo politico: senza riorganizzazione territoriale diocesana, non ci possono essere i vescovi. E senza vescovi le diocesi (un terzo circa) restano vacanti, con migliaia di fedeli senza guida e condotti nell’orbita dell’Associazione patriottica.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

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Il dilemma di Hong Kong sulla strada dell'avvicinamento del Vaticano a Pechino

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06.02.2024

Due sono i punti cardine della strategia di Pechino: indottrinare e intimidire. Indottrinare attraverso la scuola e le chiese, intimidire usando la legge, gli arresti-lampo, i processi e le multe. Il dogma è quello della sinicizzazione, come spiegato da Xi Jinping già nel 2015

Roma. Lungo il percorso che negli auspici vaticani dovrà portare, prima o poi, alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese, la variabile Hong Kong resta sempre sul tavolo di ogni discussione. Negli........

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