Passi importanti nel dialogo con Pechino: tre vescovi in una settimana dopo le tensioni dell'ultimo anno e mezzo. Di fatto, Roma ha accettato la mappa delle diocesi disegnata dal Partito comunista. Unico modo per poter "coprire" le diocesi vacanti

Ieri, alle 12 in punto, la Santa Sede ha comunicato l’avvenuta ordinazione episcopale di mons. Pietro Wu Yishun, nuovo vescovo della prefettura apostolica di Shaowu, in Cina. E’ il terzo vescovo cattolico in una settimana a essere ordinato nel grande paese dell’oriente asiatico, il che rappresenta un non indifferente passo avanti nelle relazioni fra Roma e Pechino e – soprattutto – un consolidamento dell’Accordo provvisorio relativo alla nomina dei vescovi firmato per la prima volta nel 2018 e rinnovato due volte. Che qualcosa stia cambiando lo dimostra anche il fatto che lunedì scorso la Santa Sede ha comunicato la soppressione nella Cina continentale della prefettura apostolica di Yiduxian (eretta nel 1931) e la decisione di erigere la nuova diocesi di Weifang. “Il territorio della diocesi – sottolinea il Vaticano – è conforme a quello della città capoluogo di Weifang”: seimila cattolici su nove milioni di abitanti, dieci sacerdoti e sei suore. Il tutto è stato fatto “nel desiderio di promuovere la cura pastorale del gregge del Signore e per attendere più efficacemente al suo bene spirituale”. Se la notizia è stata ufficializzata a fine gennaio, la firma del Papa sul decreto risale al 20 aprile scorso, non troppo tempo dopo il momento più delicato nei rapporti con Pechino: era la fine di novembre del 2022, infatti, quando la Santa Sede prese atto “con sorpresa e rammarico” della notizia della cerimonia di installazione di mons. Giovanni Peng Weizhao come vescovo ausiliare di Jiangxi, “diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede”. Evento che, si leggeva nel comunicato ufficiale, “non è avvenuto in conformità allo spirito di dialogo esistente” e “a quanto stipulato nell’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi”. Non solo: il Vaticano faceva notare che “il riconoscimento civile di mons. Peng è stato preceduto da lunghe e pesanti pressioni delle autorità locali”. Ma l’erezione della diocesi di Weifang è avvenuta anche poco prima della decisione di riconoscere mons. Giuseppe Shen Bin quale vescovo di Shanghai, trasferendolo dalla sede di Haimen, quando in realtà già da tre mesi era stato nominato unilateralmente dal Consiglio dei vescovi cinesi, organismo che la Santa Sede non ha mai riconosciuto.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

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Il Papa accetta il piano di Pechino e Xi gli fa nominare i vescovi

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01.02.2024

Passi importanti nel dialogo con Pechino: tre vescovi in una settimana dopo le tensioni dell'ultimo anno e mezzo. Di fatto, Roma ha accettato la mappa delle diocesi disegnata dal Partito comunista. Unico modo per poter "coprire" le diocesi vacanti

Ieri, alle 12 in punto, la Santa Sede ha comunicato l’avvenuta ordinazione episcopale di mons. Pietro Wu Yishun, nuovo vescovo della prefettura apostolica di Shaowu, in Cina. E’ il terzo vescovo cattolico in una settimana a essere ordinato nel grande paese dell’oriente asiatico, il che rappresenta un non indifferente passo avanti nelle relazioni fra Roma e Pechino e – soprattutto – un consolidamento dell’Accordo provvisorio relativo alla nomina dei vescovi firmato per la prima volta nel 2018 e........

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