Ucraina, Cina, Nicaragua. La dottrina realista del Pontefice argentino è chiara fin dal 2013. Ma il principio che la anima è riscontrabile anche in "politica interna", dalla lotta agli abusi alle rivendicazioni sinodali tedesche: il risultato è una Chiesa sulla difensiva che segna il passo

Errore? Fraintendimento? Espressione sbagliata? Niente di tutto questo. La “bandiera bianca” che Francesco ha suggerito di sventolare da chi capisce di essere sconfitto davanti ai vincitori, non è un lapsus né un’infelice uscita mal compresa da osservatori, interpreti adoranti e rabbiosi antipapisti che attendevano Francesco al varco. E’ un principio carissimo al modus pensandi politico di Jorge Mario Bergoglio che declina in tutti gli ambiti, dalle più alte e complesse questioni internazionali al governo degli affari ecclesiastici cosiddetti ordinari. Non a caso, nelle convulse ore post intervista, mentre il Vaticano s’affannava a precisare, rattoppare e spiegare e il segretario di stato ribaltava quanto detto dal Pontefice facendo sapere che “è ovvio” che i primi a fermarsi debbano essere i russi, c’è chi volava alto e – tomi accademici alla mano – parlava di realismo. C’è chi lo faceva con malcelata soddisfazione – realismo, in questo senso significa la capitolazione dell’odiato Zelensky, servo di Washington – e chi ne discorreva con sincero afflato spirituale, in nome di un irenismo non si sa quanto venato da utopia. Ma la parola è giusta: realismo. O, se si vuole, realpolitik. Cioè la dottrina maestra del pontificato corrente. Realismo significa che “i princìpi morali devono essere filtrati dalle circostanze concrete di tempo e di luogo”, scriveva Hans Morgenthau, uno dei padri moderni di tale dottrina. Tradotto dal linguaggio per scienziati politici, significa andare avanti a tutti i costi verso la meta prefissata, non badando troppo a vincoli, questioni di principio, ostacoli e retaggi culturali tradizionali.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

QOSHE - Le bandiere bianche di Papa Francesco - Matteo Matzuzzi
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Le bandiere bianche di Papa Francesco

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17.03.2024

Ucraina, Cina, Nicaragua. La dottrina realista del Pontefice argentino è chiara fin dal 2013. Ma il principio che la anima è riscontrabile anche in "politica interna", dalla lotta agli abusi alle rivendicazioni sinodali tedesche: il risultato è una Chiesa sulla difensiva che segna il passo

Errore? Fraintendimento? Espressione sbagliata? Niente di tutto questo. La “bandiera bianca” che Francesco ha suggerito di sventolare da chi capisce di essere sconfitto davanti ai vincitori, non è un lapsus né un’infelice uscita mal compresa da osservatori, interpreti adoranti e rabbiosi antipapisti che........

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