Tali posizioni manifestate pubblicamente ledono il prestigio della Santa Sede sulla scena mondiale e causano danni irrimediabili al ruolo del Pontefice come capo spirituale. È sufficiente considerare la durissima Dichiarazione pubblicata ieri dalle Chiese d'Ucraina

Papa Francesco è stato un impareggiabile comunicatore, i suoi gesti e le sue frasi pronunciate in aereo o in piazza hanno fatto discutere per mesi e anni, dal “Chi sono io per giudicare un gay?” ai guai che toccherebbero a chi offendesse la mamma: “Gli do un pugno”. Giornalisti e osservatori impegnati a chiedersi cosa volesse dire, a chi si stesse rivolgendo, quale fosse il retropensiero rispetto all’una o all’altra frase, elevata quasi a dogma nel battage mediatico. A forza però di concedere interviste fluviali, si incappa in guai che in questi anni hanno logorato il fisico di funzionari, vescovi e cardinali passati in Segreteria di stato, che più volte hanno innalzato preci al Cielo sforzandosi di non intervenire pubblicamente per puntualizzare, chiarire, mediare ed evitare conseguenze tragiche alle uscite papali. Con un Kirill bollato come chierichetto di Putin, Francesco si è fatto maledire dal clero conservatore nazionalista ortodosso del Patriarcato moscovita; con la frase sulla Nato abbaiante ai confini della Russia ha fatto infuriare Kyiv. E di certo non bastano due paroline su quanto era umano Dostoevskij per ammansire i russi, né un abbraccio ai “poveretti” ucraini per calmarne l’agitazione, inviando loro un paio d’ambulanze.

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Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

QOSHE - Un problema di nome Francesco - Matteo Matzuzzi
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Un problema di nome Francesco

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12.03.2024

Tali posizioni manifestate pubblicamente ledono il prestigio della Santa Sede sulla scena mondiale e causano danni irrimediabili al ruolo del Pontefice come capo spirituale. È sufficiente considerare la durissima Dichiarazione pubblicata ieri dalle Chiese d'Ucraina

Papa Francesco è stato un impareggiabile comunicatore, i suoi gesti e le sue frasi pronunciate in aereo o in piazza hanno fatto discutere per mesi e anni, dal “Chi sono io per giudicare un gay?” ai guai che toccherebbero a chi........

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