Non solo il nuovo polo del Novecento. Qualche idea pragmatica per fare museo. Parla il direttore Angelo Crespi

Milano. “Prima della prima” è titolo ancora in fase di menabò, c’è tempo per i dettagli e gli inviti, ma se evochi “la prima” e la data è il 7 dicembre, a Milano, entri direttamente in zona Grande evento. Anche se non si tratta i musica lirica alla Scala, ma di qualcosa che avverrà – ci hanno messo la faccia, come si dice, ministro e direttore – lì vicino, a poche centinaia di metri, al numero 12 di via Brera. Palazzo Citterio, insomma. E poiché è un evento che Milano attende dal 1972, cinquantadue anni e una montagna di pasticci e magagne da riempirci manuali della cattiva amministrazione dei beni culturali, l’inaugurazione del nuovo polo espositivo della Pinacoteca di Brera dedicato al Novecento sarà davvero una data da calendario. Una mission finalmente non più impossibile, anche se c’è ancora tanto da fare. Ma stavolta è vietato fallire. Dunque, appena arrivato ai primi di gennaio, con passo felpato e con un’agendina che si riempiva in fretta di appunti e appuntamenti, il nuovo direttore ha fatto una mossa non soltanto simbolica. Anziché prendere possesso del suo (spartanissimo) ufficio nello storico palazzo al numero 28 di via Brera, dove ci sono la Pinacoteca, la magnifica Biblioteca e il centro nevralgico del complesso, si è portato il lavoro in uno stanzone al pianterreno del Palazzo Citterio, non ancora aperto. Lì fa le riunioni, riceve collaboratori e ospiti e come un diligente capocantiere tiene sott’occhio ogni metro dell’ultimo miglio ancora da percorrere.

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"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"

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Il nuovo direttore della Pinacoteca di Brera ha un mandato storico, aprire Palazzo Citterio

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27.02.2024

Non solo il nuovo polo del Novecento. Qualche idea pragmatica per fare museo. Parla il direttore Angelo Crespi

Milano. “Prima della prima” è titolo ancora in fase di menabò, c’è tempo per i dettagli e gli inviti, ma se evochi “la prima” e la data è il 7 dicembre, a Milano, entri direttamente in zona Grande evento. Anche se non si tratta i musica lirica alla Scala, ma di qualcosa che avverrà – ci hanno messo la faccia, come si dice, ministro e direttore – lì vicino, a poche centinaia di metri, al numero 12 di via Brera. Palazzo Citterio, insomma. E poiché è un evento che Milano attende dal 1972, cinquantadue anni e una montagna di pasticci e magagne da riempirci manuali della........

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