Il caso dei testi scolastici che sostengono tesi filo Putin e un consiglio a Valditara: togliere l’obbligo di adozione, così i prof saranno liberi di cercarsi fonti migliori. Fuori dal mercato assistito

Consiglio non richiesto al ministro dell’Istruzione e del Merito: invece di “avviare verifiche” sui libri di scuola che presentano “un’impostazione faziosa e distorta della realtà storica”, Giuseppe Valditara farebbe meglio ad abolirli tout court, i libri scolastici; o almeno ad abolire l’obbligo per i docenti di adottarli. Il caso del giorno è quello di alcuni manuali che presentano una visione putiniana della vicenda ucraina e dei suoi confini, denunciata dall’indagine svolta da un gruppo di attiviste ucraine e dall’Istituto Germani su una dozzina di testi, in cui ci si imbatte in affermazioni distorte come questa: “Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi (non russofoni, ndr), si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia” (il libro è “Vivi la geografia” di Zanichelli). E altri errori imperdonabili come la definizione di “regione russa” che include l’Ucraina e pure i paesi baltici. Insomma tracce evidenti della più classica propaganda russa, o disinformazione italiana, calata nelle scuole. Ma ripulire i libri di storia e geografia dagli strafalcioni tendenziosi è un’operazione più inutile che impossibile (e si va incontro a rumorosi insuccessi, come capitò a Gabriella Carlucci che nel decennio scorso propose una commissione di inchiesta sull’imparzialità dei testi scolastici). Il motivo è in realtà più tecnico che ideologico: i libri di scuola sono confezionati sulla taglia della pigrizia culturale dei docenti, ne confermano il pensiero medio e i pregiudizi più diffusi. E se trent’anni fa il pensiero medio del ceto medio riflessivo (Dio ne scampi) era che Stalin aveva fatto anche cose buone, da qualche anno le “misure attive” della propaganda russa hanno reso opinione accettata (e peggio accettabile) che la Crimea sia roba di Putin. Perché disturbare prof e studenti, se del resto la maggior parte degli autori star che firmano i più venduti manuali la pensa così?

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"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"

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Meglio abolire i libri di scuola

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22.03.2024

Il caso dei testi scolastici che sostengono tesi filo Putin e un consiglio a Valditara: togliere l’obbligo di adozione, così i prof saranno liberi di cercarsi fonti migliori. Fuori dal mercato assistito

Consiglio non richiesto al ministro dell’Istruzione e del Merito: invece di “avviare verifiche” sui libri di scuola che presentano “un’impostazione faziosa e distorta della realtà storica”, Giuseppe Valditara farebbe meglio ad abolirli tout court, i libri scolastici; o almeno ad abolire l’obbligo per i docenti di adottarli. Il caso del giorno è quello di alcuni manuali che presentano una visione putiniana della vicenda ucraina e dei suoi confini, denunciata dall’indagine svolta da un gruppo di attiviste ucraine e dall’Istituto Germani su una dozzina di testi, in cui ci si imbatte in affermazioni distorte come questa:........

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