Come mai cresce la violenza contro gli insegnanti? L’ultimo caso, a Varese, rimanda a un disagio giovanile drammatico. Ma molto peggio è il populismo aggressivo degli adulti che odiano la competenza

Il coltello a serramanico non è propriamente un’arma occasionale, i colpi alla schiena più d’uno, dunque intenzionali; il luogo è l’ingresso di una scuola, otto del mattino, un istituto professionale in periferia a Varese. La professoressa aggredita è in ospedale, codice giallo. Del diciassettenne che l’ha ferita (accusa formalizzata in tentato omicidio), si sa che non risulta in carico ai servizi sociali, anche se la scuola ha confermato che si tratta di un “soggetto a diagnosi funzionale”, problemi psichici. E dunque andrà (o andrebbe) curato, più che rinchiuso. E dunque un po’ può essere compito e responsabilità della istituzione scolastica, dei docenti e dei servizi e supporti medici dentro le scuole. Che ci sono, quando ci sono. Ma ci vorrebbero servizi e supporti anche fuori: perché la scuola, messi da parte tutti i pedagogismi astratti e tutte le sociologie inclusive di cui si riempie la bocca la politica, non è né può essere un luogo di cura per tutti i tipi di problemi psichici o comportamentali. E, soprattutto, i docenti non sono lì per diventare vittime sacrificali.

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"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"

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Tutti i perché delle coltellate a una professoressa

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05.02.2024

Come mai cresce la violenza contro gli insegnanti? L’ultimo caso, a Varese, rimanda a un disagio giovanile drammatico. Ma molto peggio è il populismo aggressivo degli adulti che odiano la competenza

Il coltello a serramanico non è propriamente un’arma occasionale, i colpi alla schiena più d’uno, dunque intenzionali; il luogo è l’ingresso di una scuola, otto del mattino, un istituto professionale in periferia a Varese. La professoressa aggredita è in ospedale, codice giallo. Del diciassettenne che l’ha ferita (accusa formalizzata in tentato omicidio), si sa che non risulta in carico ai servizi sociali,........

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