L’orgoglio di essere ebreo, i romanzi, le donne e una vita da flâneur. Le storie e le tragedie di famiglia tra Torino, l’Europa e l’America. C’è la civiltà “della riparazione”, ma ogni tanto siamo tutti lanzichenecchi

Un maglione di cachemire blu, sotto una giacca spigata con dei bordini ricamati di velluto, sotto un cappottone da commodoro, in mano una svolazzante borsina di plastica con dentro il Financial Times del weekend, Alain Elkann, autore di quaranta libri, di migliaia di interviste e di tre figli fatali alla patria, spunta tra i velluti di un hotel romano sotto Natale. “Mi hanno preso tutti in giro con questa cosa dei lanzichenecchi nel treno, non capisco perché. Stavo andando in puglia per un festival letterario e c’erano questi giovani... Han detto che prendevo in giro la povera gente del Sud, ma era il contrario, parlavo di questi giovani in prima classe. Tutti tatuati… scosciati… sdraiati. L’ho raccontato al direttore della Repubblica Maurizio Molinari e lui mi ha detto: scrivi un racconto, io non sapevo neanche che sarebbe finito sul giornale”. Vero che poi ha fatto ritorno alla civiltà con un aereo privato? “Macché. Ma guardi, bisogna démystifier anche tutta questa idea del lusso. Io faccio una vita molto semplice, vengo da una civiltà delle riparazioni, guardi questo bordo della giacca, e poi i colletti delle camicie che venivano cambiati…”. Il mondo lanzichenecco, simmetrico della civiltà della riparazione, non è solo ferroviario. “E’ un mondo in cui i genitori non educano più i figli ma li inseguono sperando di farsi amare, dove se a scuola vai male i genitori se la prendono con i professori, l’ignoranza di oggi, la tecnologia senza l’umanesimo, senza preparazione, eccesso tecnologico… i genitori che a tavola stanno tutti scosciati…”. È un mondo al contrario quello di Elkann, come un Vannacci però nato a New York e affinato in barrique a Villar Perosa.

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Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).

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Il vasto mondo di Alain Elkann

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30.12.2023

L’orgoglio di essere ebreo, i romanzi, le donne e una vita da flâneur. Le storie e le tragedie di famiglia tra Torino, l’Europa e l’America. C’è la civiltà “della riparazione”, ma ogni tanto siamo tutti lanzichenecchi

Un maglione di cachemire blu, sotto una giacca spigata con dei bordini ricamati di velluto, sotto un cappottone da commodoro, in mano una svolazzante borsina di plastica con dentro il Financial Times del weekend, Alain Elkann, autore di quaranta libri, di migliaia di interviste e di tre figli fatali alla patria, spunta tra i velluti di un hotel romano sotto Natale. “Mi hanno preso tutti........

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