Quel che era la eesidenza romana di Berlusconi ora è sede della Stampa Estera. Via i broccati e le scrivanie antiche, adesso è un moderno coworking. I due Dudù non abitano più qui

A trent’anni da quella fatale discesa in campo del 1994, passando davanti alla ex residenza romana di Berlusconi si potrebbe immaginare che il tempo si è fermato. Certo, non c’è più la camionetta dei Carabinieri a far da guardia. E la piazza Venezia già normalmente incasinata al momento sembra un set di “Roma” di Fellini, con trambusti prepotenti mentre la “più grande fresa del mondo” scava imperterrita a profondità inaudite, intenzionata forse a spuntare in Australia, realizzando stazioni per metropolitane gioiello che nessuno di noi vedrà in vita. Dietro via del Plebiscito, su piazza Grazioli, intanto, tutto si è adeguato ai tempi nuovi: ecco il bed and breakfast “Grazioli Suites”, e poi l’immancabile università telematica Uninettuno. Nel palazzo Doria Pamphili quasi confinante non c’è più Dudù La Capria, e il suo attico con terrazza è deserto - lo scrittore di “Ferito a morte” si seccava molto della confusione generata dal Dudù canino che a un certo punto era diventato più celebre di lui (chissà che fine avrà fatto peraltro il Dudù peloso, nella ripartizione immobiliare e affettiva post berlusconiana). Ci abita ancora però Roberto D’Antonio, formidabile parrucchiere delle dive (e di Salvini). E se la bandiera non sventola più da “Grazioli” come veniva chiamato dai cronisti e dai tg (“Berlusconi è a Grazioli o a Chigi?”, si distingueva, per dire le due sedi) c’è ancora il vecchio pub irlandese all’angolo, genere ubriacatura turistico-studentesca, con tricolore simile all’italiano. Ciò che non cambia mai è il traffico su via del Plebiscito, aggiornato alle nuove tecnologie e utenze: ora si sono aggiunti pure i monopattini, le bici elettriche, e pure le golf car che sfrecciano con autisti con auricolare che declamano storia e geografia, e americani in ciavatte dietro che si tengono forte (e sembra di essere a villa Certosa o a Mar a Lago). E poi i bus, il 51 il 40 e la Circolare express e il 46 e il 62 e il 30 e poi quelli turistici, a un piano e due piani, aperti e scoperti; e le scolaresche e pure i boy scout, mancano solo i cavalli sempre felliniani. Un cartello “fermata spostata più avanti” è forse lì da anni nell’entropia romana, che regge tutto nello sfascio e non cambia mai niente, a ricordare l’alternarsi dei tempi in cui Berlusconi governava (fermata bus soppressa) e quelli in cui stava all’opposizione (fermata bus ripristinata). Anche il portiere Vincenzo è rimasto lo stesso. Al piano nobile, nobilissimo, ecco un arazzo con lo stemmone dei Grazioli Lante della Rovere, padroni di casa del Cav.

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Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).

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Palazzo Grazioli in bianco: l'ex casa di Berlusconi diventa un coworking

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24.03.2024

Quel che era la eesidenza romana di Berlusconi ora è sede della Stampa Estera. Via i broccati e le scrivanie antiche, adesso è un moderno coworking. I due Dudù non abitano più qui

A trent’anni da quella fatale discesa in campo del 1994, passando davanti alla ex residenza romana di Berlusconi si potrebbe immaginare che il tempo si è fermato. Certo, non c’è più la camionetta dei Carabinieri a far da guardia. E la piazza Venezia già normalmente incasinata al momento sembra un set di “Roma” di Fellini, con trambusti prepotenti mentre la “più grande fresa del mondo” scava imperterrita a profondità inaudite, intenzionata forse a spuntare in Australia, realizzando stazioni per metropolitane gioiello che nessuno di noi vedrà in vita. Dietro via del Plebiscito, su piazza Grazioli, intanto, tutto si è........

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