L'attesa seconda stagione della serie FX "Feud" sull'alta società newyorchese, frequentata dal grande scrittore americano
Insomma, cosa c’è e cosa non c’è in questa attesissima seconda “Feud”, serie americana antologica che stavolta ci diletta sulla nota questione “Cigni di Truman Capote”, già sviscerata in mille opere di ingegno ma sempre di assoluto interesse e appeal, almeno come il fascismo, letterario e televisivo, declinato in mille rivoli nei palinsesti italiani? In questa nuova stagione voluta dall’antropologo dell’effimero Ryan Murphy e con regia di Gus Van Sant, in onda su FX in America (da noi non si capisce dove, nello strano mondo delle piattaforme per cui qua la produce uno e là la distribuisce un altro, mondi che non si incontrano quasi mai) ecco dunque questi cigni favolosi, le gran dame di Truman Capote (interpretato da Tom Hollander) che nella vita lo ospitavano e sfamavano e nella letteratura furono “exposed” brutalmente nell’infame capitolo 3 delle “Preghiere esaudite” (il romanzo celebre mai finito e pubblicato a puntate su Esquire che portò al bando sociale dello scrittore, al suo crescente alcolismo, e infine alla morte, ma questo è noto).
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Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).