Gli estremisti Ben Gvir e Smotrich minacciano ma sono sdentati. Sui negoziati e sulle scelte militari i politici che decidono sono altri e vengono premiati nei sondaggi

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha scelto il nome del prossimo capo della Polizia, facendo una scommessa sulla tenuta del governo di emergenza. La selezione non è stata difficile, ha ripescato un suo estimatore che si è sbilanciato fino a promettere, secondo fonti della stampa israeliana, di esaudire ogni desiderio del ministro. La scommessa di Ben Gvir sta negli ostacoli e l’unico ostacolo alla nomina di Avshalom Peled a capo della Polizia è il veto di Benny Gantz che quando è entrato a far parte del governo di Benjamin Netanyahu per dare una risposta unitaria al 7 ottobre ha chiesto che nel contratto di coalizione gli venisse concesso il potere di bloccare le nomine degli alti funzionari. Peled è stato comandante del distretto di Hebron e Ben Gvir lo stima perché, quando non aveva ancora il peso politico di oggi ma era soltanto un estremista di destra molto noto, aveva imparato ad “amare la Polizia” guardandolo lavorare. A Gantz, Peled non piace per i suoi legami con l’ultradestra israeliana, per il servilismo nei confronti di Ben Gvir e perché crede che le nuove nomine debbano ispirare un clima diverso in Israele. Ben Gvir si preoccupa poco di Gantz: è convinto che tra qualche settimana lascerà il governo e quindi non potrà più avere voce in capitolo su nessuna nomina. Per quanto riguarda se stesso, il ministro Itamar Ben Gvir si tiene stretto il suo dicastero perché sa bene che perderebbe molto del suo potere con nuove elezioni: lui e gli estremisti a cui si è legato Benjamin Netanyahu nel 2022, nel caso in cui Israele andasse a votare, perderebbero molto del loro potere. Il premier e i suoi alleati sono aggrappati l’uno agli altri, si ricattano in continuazione ma senza convinzione perché hanno i numeri per continuare a governare insieme, e hanno la determinazione a non incappare in nuove elezioni: Israele oggi è molto diverso da due anni fa e l’alchimia che li ha portati a cucire insieme un governo potrebbe non ripetersi. Quindi meglio mordere, ma senza farsi troppo male.

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Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.

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Chi prende le decisioni dentro al governo di Israele

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10.04.2024

Gli estremisti Ben Gvir e Smotrich minacciano ma sono sdentati. Sui negoziati e sulle scelte militari i politici che decidono sono altri e vengono premiati nei sondaggi

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha scelto il nome del prossimo capo della Polizia, facendo una scommessa sulla tenuta del governo di emergenza. La selezione non è stata difficile, ha ripescato un suo estimatore che si è sbilanciato fino a promettere, secondo fonti della stampa israeliana, di esaudire ogni desiderio del ministro. La scommessa di Ben Gvir sta negli ostacoli e l’unico ostacolo alla nomina di Avshalom Peled a capo della Polizia è il veto di Benny Gantz che quando è entrato a far parte del........

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