In Italia, i russi votano tra cartelli pro Navalny, slogan contro la guerra e la sorpresa di essere in tanti. “Non si può vivere in ginocchio per tutta la vita”

Davanti all’ambasciata russa a Roma la coda si è creata all’improvviso. C’è un senso di complicità tra chi si mette in fila, con lo sguardo ci si scruta e ci si domanda: “Perché sei qui?”. “Siamo qui per farci vedere, siamo qui non perché crediamo che il risultato sarà corretto, ma perché non possiamo più rimanere fermi. CI vogliono nascondere, ma noi ci siamo”, dice al Foglio una ragazza che fa foto incredula per aver trovato tanta gente, tanti russi. Qualcuno ha portato dei cartelli, sono dedicati a Navalny, oppure alla bandiera della Russia libera a strisce bianche e blu, volutamente senza il rosso, il colore del sangue.

Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo

Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.

QOSHE - In coda per votare. La speranza e le liti davanti all’ambasciata russa a Roma |  - Micol Flammini
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

In coda per votare. La speranza e le liti davanti all’ambasciata russa a Roma | 

6 16
17.03.2024

In Italia, i russi votano tra cartelli pro Navalny, slogan contro la guerra e la sorpresa di essere in tanti. “Non si può vivere in ginocchio per tutta la vita”

Davanti all’ambasciata russa a Roma la coda si è creata all’improvviso. C’è un senso di complicità tra chi si mette in fila, con lo sguardo ci si scruta e ci si domanda: “Perché sei........

© Il Foglio


Get it on Google Play