A sei mesi dall'ìnizio del conflitto, Tsahal porta via i suoi dal sud di Gaza e lascia una brigata lungo il corridoio che taglia in due la Striscia. L'operazione a Rafah si allontana, le speranze per un accordo sugli ostaggi sono ancora vaghe. Non è la fine della guerra
A sei mesi dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, l’esercito di Gerusalemme ha ritirato i suoi soldati da Khan Younis, la città del sud in cui i combattimenti sono durati quattro mesi, dove la rete di gallerie sotterranee è vasta e dove l’attacco ha avuto anche un valore simbolico, perché Khan Younis è la città di origine di Yahya Sinwar, il leader di Hamas rimasto nella Striscia a coordinare le operazioni del gruppo e sempre dalla Striscia è lui che ha l’ultima parola sui negoziati per un cessate il fuoco e la liberazione degli oltre centotrenta ostaggi israeliani che si stanno tenendo al Cairo.
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Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.