Quando il servizio pubblico mandava in onda vere lezioni per alfabetizzare l’Italia del Boom. L’esame riparatore di Arte, l’autografo di Corrado e una Rai che non c’è più

A mensa andavamo con le gemelle Kessler, e con il Quartetto Cetra. Era la mensa della Rai, alle spalle di via Teulada. Muniti di vassoi di fòrmica e fogliettini di diverso colore, uno per i primi, uno per i secondi, uno per la frutta, anche noi ragazzini di Telescuola, vigilati dalle “signorine” Rai che sovrintendevano al buon andamento del nostro iter scolastico, trascorrevamo la pausa pranzo sui tavoli occupati da tutte le categorie della televisione pubblica: dalla gran folla di tecnici e funzionari ai grandi attori e alle grandi attrici, dai protagonisti degli show nazional-popolari come “Studio uno” ai mezzibusti del tg, a tutti i dipendenti della tv di stato che in regime di assoluto e regale monopolio aveva cominciato a trasmettere i suoi programmi nel 1954, esattamente settant’anni fa. In mensa c’era anche il maestro Alberto Manzi che con il suo leggendario “Non è mai troppo tardi” insegnava i primi rudimenti della nostra lingua agli anziani di un’Italia ancora immersa nelle tenebre dell’analfabetismo e si impiastricciava le dita con il gessetto nero per scrivere sulla lavagna di carta bianca le lettere del nostro alfabeto, con calligrafia inappuntabile. Tra il 1965 e il 1967 c’eravamo noi di Telescuola, tre maschi e tre femmine per ogni classe, dalla prima alla terza media.

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A mensa con le Kessler. La mitica Telescuola raccontata da chi la frequentava

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08.01.2024

Quando il servizio pubblico mandava in onda vere lezioni per alfabetizzare l’Italia del Boom. L’esame riparatore di Arte, l’autografo di Corrado e una Rai che non c’è più

A mensa andavamo con le gemelle Kessler, e con il Quartetto Cetra. Era la mensa della Rai, alle spalle di via Teulada. Muniti di vassoi di fòrmica e fogliettini di diverso colore, uno per i primi, uno per i secondi,........

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