Nicola Drago due anni fa ha fondato l'associazione "Io Cambio" che ha un solo scopo: promuovere le riforme, anzi "la riforma". "Penso che il nostro sistema istituzionale sia come un campo da calcio pieno di buche e di fango. Non consente di giocare, attira soltanto giocatori (politici) scadenti"

La sinistra si oppone alla riforma costituzionale del premierato perché è affetta da una malattia a largo spettro infettivo: il ‘breveterminismo’. Cioè vive, come gran parte della politica del nostro paese, pensando alle prossime elezioni. E invece questa riforma va sostenuta, perché se l’Italia si dotasse finalmente di un sistema istituzionale che funziona libererebbe tutta la sua energia”. Dice così Nicola Drago, 46 anni, milanese, figlio dell’aristocrazia borghese meneghina, amministratore delegato della De Agostini. Due anni fa ha fondato un’associazione, “Io Cambio”, con un solo scopo: promuovere le riforme. Anzi “la riforma”. Tutti dicono che lei è di sinistra, dottor Drago, mentre la riforma la promuove la destra, la promuove Giorgia Meloni. “Non ho mai votato due volte lo stesso partito. Quindi non mi sento di sinistra. E nemmeno di destra. Non mi importa nemmeno chi la promuove, la riforma. Votai sì al referendum costituzionale di Matteo Renzi, per dire. Dunque penso soltanto questo, penso che il nostro sistema istituzionale sia come un campo da calcio pieno di buche e di fango. Non consente di giocare, attira soltanto giocatori (politici) scadenti. L’obiettivo dev’essere ripulire il campo. Stabilire regole chiare per il gioco. Dare certezze e continuità ai governi. Altrimenti non potremo mai intervenire seriamente nemmeno sulla giustizia, sul fisco, sul lavoro, sulle infrastrutture… Alcune di queste riforme, necessarie, sono impopolari. Come può mai un governicchio, continuamente sotto scacco dei partiti, degli alleati riottosi o degli ondeggiamenti dell’opinione pubblica, un governo che ha sempre paura di inciampare e dunque vive compulsando sondaggi, intraprendere un percorso di modernizzazione del paese? La riforma istituzionale è dunque la cosa più importante che sta accadendo in Italia. E’ come un interruttore: va azionato. Abbiamo bisogno di governi stabili e di politici responsabili del loro operato”.

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Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

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"Il premierato di Meloni è la riforma decisiva per l'Italia". Parla l'Ad di De Agostini

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31.01.2024

Nicola Drago due anni fa ha fondato l'associazione "Io Cambio" che ha un solo scopo: promuovere le riforme, anzi "la riforma". "Penso che il nostro sistema istituzionale sia come un campo da calcio pieno di buche e di fango. Non consente di giocare, attira soltanto giocatori (politici) scadenti"

La sinistra si oppone alla riforma costituzionale del premierato perché è affetta da una malattia a largo spettro infettivo: il ‘breveterminismo’. Cioè vive, come gran parte della politica del nostro paese, pensando alle prossime elezioni. E invece questa riforma va sostenuta, perché se l’Italia si dotasse finalmente di un sistema istituzionale che funziona libererebbe tutta la sua energia”. Dice così........

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