Il presidente dell'Emilia Romagna è ingiustamente accusato dai suoi di intendersela con la segretaria dem. Ma il problema è la barba

Lo hanno caricato a molla e lui ha preso un treno da Bologna e si è catapultato nell’ufficio di Elly Schlein a Roma. “Stavolta gliele devi cantare, non fare come sull’Ucraina quando ci trattenevi. Ora devi parlare. Fatti sentire. Le devi spiegare che sarebbe ridicolo candidare Ilaria Salis”, gli hanno detto. E lui, Stefano Bonaccini, capo della minoranza del Pd, leader dei riformisti, presidente dell’Emilia-Romagna, c’è andato dalla segretaria. D’altra parte il problema è serio. Non bastavano Annunziata, Strada, Corrado... pure la Salis adesso? Ognuna di queste donne candidate è un posto in meno per le dirigenti del Pd. Marco Tarquinio toglie il posto all’irreprensibile Lello Topo, per dire. Ma la Salis cancella addirittura Irene Tinagli. E voi, popolo, non la volete Irene Tinagli a Bruxelles? E Alessandra Moretti? Che ne sarà della democrazia, della libertà, dei diritti, senza Moretti? Ecco. Tuttavia cosa sia accaduto, per filo e per segno, con Bonaccini, nella stanza di Elly Schlein al Nazareno non lo sa nessuno. Due sole cose sono certe. La prima è che ella, cioè Elly, stava bevendo una tisana di erbe depurative. La seconda è che Bonaccini è entrato dubitando di avere dei posti in lista per la sua corrente, ma è uscito da quella stanza dopo due ore con la certezza di essere candidato lui alle europee. La battuta di un deputato riformista del Pd è così cattiva che merita di essere riportata: “Per dirla con Quasimodo, Bonaccini sta nel cuore di Schlein – trafitto da un raggio di sole – ed è subito capolista”. Il leader della minoranza adesso è sospettato di intesa con la segretaria. Fino a qualche giorno fa era più che altro accusato di ignavia.

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Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

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Bonaccini, trafitto da un raggio di Schlein

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30.03.2024

Il presidente dell'Emilia Romagna è ingiustamente accusato dai suoi di intendersela con la segretaria dem. Ma il problema è la barba

Lo hanno caricato a molla e lui ha preso un treno da Bologna e si è catapultato nell’ufficio di Elly Schlein a Roma. “Stavolta gliele devi cantare, non fare come sull’Ucraina quando ci trattenevi. Ora devi parlare. Fatti sentire. Le devi spiegare che sarebbe ridicolo candidare Ilaria Salis”, gli hanno detto. E lui, Stefano Bonaccini, capo della minoranza del Pd, leader dei riformisti, presidente dell’Emilia-Romagna, c’è andato dalla........

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