L’onorevole pistola di Capodanno è solo l’ultimo esempio. Il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la premier sono gli imbecilli di destra. Mica Elly Schlein. Se ne liberi finché può
Negli ultimi anni, grazie ai governi che si sono succeduti, abbiamo visto all’opera i cretini di sinistra. Ebbene, adesso, da circa un anno e mezzo, abbiamo finalmente l’opportunità di osservare anche gli imbecilli di destra. Costoro sono il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La quale, d’altra parte, in assenza di antagonisti e di oppositori a sinistra, avendo insomma lei a che fare con Elly, cioè con ella, insomma con Schlein, ha un solo vero e pericoloso avversario: i citrulli che le stanno intorno. C’è la deputata che va in televisione a dire che le ragazze devono stare a casa e fare figli, c’è quell’altra che s’impelaga in una interrogazione parlamentare contro gli autovelox che le hanno fatto le multe, c’è quello che dice che la maternità surrogata è peggio della pedofilia, l’altro che dichiara guerra alla lingua inglese e ora c’è pure quello che porta una pistola al cenone di Capodanno e gli parte un colpo. Bum! “Morte ai coglioni”, suggerivano gli amici al generale De Gaulle. Il quale, conscio della difficoltà ma anche dell’importanza dell’impresa, sapendo insomma che eliminare i cretini allunga la vita politica del leader, rispondeva così: “Vasto programma”.
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Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.