Durante un incontro con i vertici della Casagit il presidente della Repubblica ricorda l'ovvio a chi vorrebbe farne "il partigiano Sergio" contro il governo. "Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere”

Poiché non è Ghali, non è Patrick Zaki né Paola Cortellesi, ieri il presidente della Repubblica in pratica ha chiesto all’opposizione, e ai giornali di opposizione, di non considerarlo – per favore – il capo dell’opposizione. “Qualche volta ho l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re”, ha detto Sergio Mattarella in un incontro al Quirinale con i vertici della Casagit, la cassa sanitaria dei giornalisti. Com’è noto i presidenti della Repubblica usano questo genere d’incontri per lanciare piccoli, eppure chiari messaggi, dentro e fuori dal Palazzo. E anche Mattarella lo fa. Spesso. E dunque eccolo il messaggio: “Quando le Camere approvavano la legge”, ha spiegato Mattarella, pedagogico, “il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo. Fortunatamente non è più così. Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere”. Si riferirà, il presidente, a quelli che lo vorrebbero vestire da partigiano contro il regime fascista incipiente? Starà parlando delle richieste pubbliche d’intervento contro questa o quella legge? Sì. Esattamente sì. “Vorrei cogliere l’occasione, approfittando e rivolgendomi ai tanti presenti che sono anche nella veste insopprimibile di giornalisti, per far notare che frequentemente il Presidente della Repubblica viene invocato con difformi e diverse motivazioni. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: ‘il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata’, oppure: ‘il Presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l’ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria”. E ancora: “Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere”.

Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo

Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

QOSHE - Piccolo messaggio di Mattarella all’opposizione: non sono il segretario del Pd | - Salvatore Merlo
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Piccolo messaggio di Mattarella all’opposizione: non sono il segretario del Pd |

9 1
06.03.2024

Durante un incontro con i vertici della Casagit il presidente della Repubblica ricorda l'ovvio a chi vorrebbe farne "il partigiano Sergio" contro il governo. "Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere”

Poiché non è Ghali, non è Patrick Zaki né Paola Cortellesi, ieri il presidente della Repubblica in pratica ha chiesto all’opposizione, e ai giornali di opposizione, di non considerarlo – per favore – il capo dell’opposizione. “Qualche volta ho l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re”, ha detto........

© Il Foglio


Get it on Google Play