Turbe di bagonghi urlanti intorno al teatro Ariston, feste fino al mattino, ipotesi di complotto, un paio di sneakers bianche e chissà cos’altro. Quel che ci ricorderemo dopo una settimana di Festival in otto pillole

Al Sanremo 1989, Raf cantava “cosa resterà di questi anni '80 / afferrati e già scivolati via / cosa resterà e la radio canta / una verità dentro una bugia”. E allora noi, seduti a un tavolino di Piazza Colombo, a Sanremo, osservando la folla che defluisce e abbandona una città che tra poche ore sarà deserta, ci chiediamo invece cosa resterà di questo Festival 2024. Turbe di bagonghi urlanti intorno al teatro Ariston, signore impellicciate e ingioiellate, paillettes, seni bradi, canzoni e canzonette, feste fino al mattino, ipotesi di complotto, un paio di sneakers bianche e chissà cos’altro. Le donne, i cavalier, le canzoni, le miserie, le cortesie, i giornalisti, i sottopancia ministeriali e l’auditel Rai io canto, che furon al tempo che passò Amadeus a Sanremo il diletto d’una settimana in riviera. Otto pillole. Otto flash. Otto cose viste o sentite. Quel che resta, all’incirca, almeno secondo noi.

Gombloddo, gomblodddo. Eterno gombloddo.

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Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

QOSHE - Quel che resta di Sanremo - Salvatore Merlo
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Quel che resta di Sanremo

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11.02.2024

Turbe di bagonghi urlanti intorno al teatro Ariston, feste fino al mattino, ipotesi di complotto, un paio di sneakers bianche e chissà cos’altro. Quel che ci ricorderemo dopo una settimana di Festival in otto pillole

Al Sanremo 1989, Raf cantava “cosa resterà di questi anni '80 / afferrati e già scivolati via / cosa resterà e la radio canta / una verità dentro una bugia”. E allora noi, seduti a un tavolino di Piazza Colombo, a........

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