“Eravamo poveri, brutti e cattivi. Ora i nostri campioni sono un esempio anche etico e morale”, ci dice il presidente federale Angelo Binaghi

Oltre a Sinner c’è di più. Oltre alla Coppa Davis c’è di più. Questa volta l’anno d’oro del tennis italiano è l’inizio e non la fine di un percorso. Lo raccontano i numeri, lo confermano le facce dei protagonisti che hanno da poco l’età per prendere la patente. Tutti vogliono i nostri eroi. Dal Presidente della Repubblica fino al Festival di Sanremo, passando pure da Porta a Porta. Ma loro, cortesi, ringraziano e rimandano. I numeri parlano di 660 mila tesserati, oltre 4 milioni e mezzo di praticanti, 6 giocatori nel Top 100 che diventano 18 nei Top 200. Tutto questo per una nazione che nel luglio 2000 era sprofondata in Serie B e, quattro anni dopo, addirittura in Serie C. “Eravamo la disciplina più disastrata d’Italia, eravamo poveri, brutti e cattivi, senza soldi e giocatori, con una buona dose di corruzione all’interno del nostro sistema - racconta Angelo Binaghi, presidente federale al settimo mandato - Oggi siamo belli, con i migliori giocatori del mondo, e siamo ricchi perché abbiamo innescato un sistema positivo e redditizio. I privati e gli enti pubblici oggi sanno che miniera d’oro è il tennis. E i nostri atleti sono dei ragazzi straordinari, prima di essere dei campioni in campo”.

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QOSHE - Oltre a Sinner c'è di più: tutti i segreti del tennis italiano  - Umberto Zapelloni
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Oltre a Sinner c'è di più: tutti i segreti del tennis italiano 

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02.12.2023

“Eravamo poveri, brutti e cattivi. Ora i nostri campioni sono un esempio anche etico e morale”, ci dice il presidente federale Angelo Binaghi

Oltre a Sinner c’è di più. Oltre alla Coppa Davis c’è di più. Questa volta l’anno d’oro del tennis italiano è l’inizio e non la fine di un percorso. Lo raccontano i numeri, lo confermano le facce dei........

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