Il più divertente è Gabriele Muccino parodia di se stesso in versione “esagerata”, così fisico e irrazionale quando urla, scatta, si scatena sui social o gode nel vedere litigare le persone, proprio come accade nei suoi film. La più brava è Emanuela Fanelli nei panni dell'attrice mitomane dalla grande autostima che tormenta il povero Corrado Guzzanti che vorrebbe fuggire anni luce lontano da lei. La più simpatica è Sabrina Impacciatore, ormai lanciatissima negli Usa con la serie “The White Lotus”, madrina della Mostra del cinema di Venezia che si addormenta ovunque vittima del jet leg, che si fa fotografare travolta dalle onde e mescola italiano e inglese con aria svanita.

Più lontana, sullo sfondo, rimane la Cma, l'agenzia di star che annaspa tra problemi assurdi, soldi che mancano, celebrità viziate, tormenti di vita quotidiana e persino un caso di molestie trattato con una leggerezza fasulla. Diciamoci la verità, ci si aspettava qualcosina in più da “Call my agent Italia”, seconda stagione della serie ispirata al fortunato format francese “Dix pour cent” e disponibile su Sky: più graffi, più cattiveria, meno gigionerie e maggiore capacità di valorizzare le potenzialità dell'originale, dove il mix tra le vere guest star e i personaggi fittizi riuscivano a creare cortocircuiti inaspettati e dinamiche più complesse e interessanti, non soltanto per parlare del cinema e delle sue “creature”, ma anche per riflettere sul rapporto tra l'attore e l'essere umano, tra la “maschera” e la realtà.

LUCI E OMBRE

Nella versione italiana tutto si riduce a un divertissement leggero e spesso inconsistente, con costanti cadute di ritmo e una scrittura prevedibile e ripetitiva, affidata per lo più ai divi invitati a mettersi “carinamente” in gioco (senza mai esagerare), mentre restano in penombra gli “agenti” alle prese con le loro vite, spesso a pezzi, e i capricci delle star, sempre totalizzanti. Rispetto alla prima stagione, dove le partecipazioni di Sorrentino, Cortellesi, Favino e Accorsi avevano sostenuto una drammaturgia più incisiva e divertente, il capitolo 2 fatica a trovare il suo passo e soprattutto a esplorare le relazioni tra i personaggi, con trame che si intrecciano male e situazioni che ogni tanto appaiono forzate (come Vittorio, sempre meno squalo che lascia un vocale alla segretaria Monica e lei gli appare magicamente alle spalle) o superficiali, tra tutte il caso di molestie sessuali ridotto a un piantino della molestata e a una sfuriata dell'agente senior Marzia Ubaldi. E considerando poi gli “agenti”, alcuni si impadroniscono della scena, come la brava Sara Drago (che in Francia ha il volto di Camille Cottin) e la compianta Marzia Ubaldi, alla sua ultima apparizione sullo schermo, mentre altri restano di contorno, come Maurizio Lastrico (Gabriele), Michele di Mauro (Vittorio), la padovana Sara Lazzaro nei panni di della segretaria innamorata del suo capo (in Francia l'irraggiungibile Laure Calamy). Poco funzionano anche la trevigiana Paola Buratto, la giovane Camilla figlia non riconosciuta di Vittorio, più rigida e imbalsamata che nella prima stagione, e l'assistente di Lastrico, Francesco Russo, un po' troppo macchietta.

LE STAR

E se si ride, sia pure brevemente, con le due Valerie, Golino e Bruni Tedeschi, costrette a partecipare al film basato su una sceneggiatura pessima, o con Claudio Santamaria troppo family man per interpretare il Giordano Bruno di Christopher Nolan (che finirà nelle mani di Andrea Pennacchi cacciato da Lol per una bestemmia.. sic), meno efficaci sono le comparsate di Elodie, Dario Argento e Serena Rossi. Su tutti però svetta Emanuela Fanelli, magnifica nel dar vita a un personaggio così fuori misura eppure così credibile e buffo, tra improvvise malinconie, deliri da prima donna e svirgolate imprevedibili. Forse la sua Luana Pericoli meriterebbe una serie tutta per sé. L'importante è non annacquarla.

Ultimo aggiornamento: 18:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
QOSHE - "Call my agent 2", stagione senza guizzi, ma che divertimento Muccino e Fanelli - Chiara Pavan
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"Call my agent 2", stagione senza guizzi, ma che divertimento Muccino e Fanelli

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28.04.2024

Il più divertente è Gabriele Muccino parodia di se stesso in versione “esagerata”, così fisico e irrazionale quando urla, scatta, si scatena sui social o gode nel vedere litigare le persone, proprio come accade nei suoi film. La più brava è Emanuela Fanelli nei panni dell'attrice mitomane dalla grande autostima che tormenta il povero Corrado Guzzanti che vorrebbe fuggire anni luce lontano da lei. La più simpatica è Sabrina Impacciatore, ormai lanciatissima negli Usa con la serie “The White Lotus”, madrina della Mostra del cinema di Venezia che si addormenta ovunque vittima del jet leg, che si fa fotografare travolta dalle onde e mescola italiano e inglese con aria svanita.

Più lontana, sullo sfondo, rimane la Cma, l'agenzia di star che annaspa tra problemi assurdi, soldi che mancano, celebrità viziate, tormenti di vita quotidiana e persino un caso di molestie trattato con una leggerezza fasulla. Diciamoci la verità, ci si aspettava qualcosina in più da “Call my agent........

© Il Gazzettino


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