«Parto dal dolore che questa incredibile vicenda ha causato a me e alla mia famiglia. Per oltre tre anni il mio nome è stato infangato perché associato ad un conflitto di interessi che la giustizia civile, ora, ha finalmente accertato e dichiarato essere inesistente». Con queste parole Sandro Bardozzo, 54enne segretario locale della Lega, commenta la fine della lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista. Il Comune gli aveva chiesto un risarcimento danni (circa 21 mila euro) per lavori di carpenteria effettuati dal 2009 al 2013, ottenuti – così sosteneva il Comune – senza averne il diritto, in quanto in quel periodo era consigliere comunale. Da qui la supposta incompatibilità che ha portato, nell’autunno del 2020, alla decadenza da consigliere comunale dello stesso Bardozzo, che nel frattempo era stato nuovamente eletto in opposizione nel 2018, quando alle amministrative aveva sfidato Elvy Bentani.

«Nel giugno del 2020 il sindaco Bentani ha promosso a Rovigo una causa di risarcimento danni nei miei confronti» ricorda Badozzo «sostenendo che avevo ricevuto indebitamente alcuni pagamenti per dei lavori che mi erano stati commissionati dal Comune. La causa è stata utilizzata dal sindaco e dalla sua giunta per fare votare al consiglio la mia decadenza dalla carica di consigliere che allora ricoprivo. Ho quindi impugnato la delibera in un giudizio che è approdato avanti alla Corte d’appello di Venezia. Dopo un lungo iter giudiziario, è emersa la verità. La Corte d’appello ha infatti accertato e dichiarato che la causa di risarcimento danni, risultata palesemente infondata, era stata promossa nei miei confronti in modo strumentale e consapevole al solo scopo di determinare la situazione di conflitto di interessi che consentiva al Comune di dichiarare la mia decadenza».

Secondo gli atti, si legge, «emerge abbastanza chiaramente che la presentazione di una denuncia nei confronti del Bardozzo faceva parte di un più ampio progetto politico di estromissione dello stesso dal consiglio comunale». «La Corte ha pertanto messo in evidenza la strumentalità dell’iniziativa giudiziaria e le finalità meramente ritorsive, riconoscendo il mio diritto di conservare la carica di consigliere e condannando il Comune a rifondermi le spese di lite». Bardozzo proprio non si capacita della vicenda.

«Ciò che è accaduto è molto grave, lo è ancor di più se si considera che anche il Tribunale di Rovigo ha dichiarato la domanda risarcitoria del Comune palesemente infondata, condannando, anche in questo caso, l’amministrazione comunale a pagare le spese del giudizio. Senza contare che il sindaco aveva ritirato le deleghe all’assessore Luana Levis, che aveva chiesto di fare chiarezza sulla vicenda. I cittadini dovranno pagare un conto salato, 30 mila euro di spese legali, con un evidente danno erariale per l’ente. A distanza di tre anni, durante i quali Bentani ha reso più volte gravi affermazioni su di me, è venuto il momento che si conosca la verità».

«Entrambe le sentenze erano state vinte in primo grado» puntualizza da parte sua il sindaco Bertani «con i giudizi che erano stati incardinati da Bardozzo, per cui il Comune ha dovuto obbligatoriamente costituirsi. Solo in secondo grado la Corte ha parzialmente ribaltato quanto statuito dal Tribunale di Rovigo. In entrambe le cause è stato riconosciuto dalla Corte d’appello come il Comune abbia agito sempre nel rispetto della legge. Non sto a sindacare sulle motivazioni della Corte che purtroppo ha estrapolato, dal procedimento penale che mi ha visto assolto, frasi e citazioni degli inquirenti e non del giudicante, che invece ha ritenuto che nessun fatto a mio carico sussistesse. Ho comunque deciso di non proporre ricorso per Cassazione. I cittadini mi hanno rieletto con il triplo dei voti rispetto ai miei avversari perché vogliono che io realizzi opere pubbliche, non certo per fare azioni legali. Abbiamo pertanto deciso di abbandonare ogni ulteriore atto giudiziario con l’augurio che si possano rasserenare gli animi».

QOSHE - Caso Bardozzo, la Corte d’appello dà ragione al segretario leghista - Alessandro Cesarato
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Caso Bardozzo, la Corte d’appello dà ragione al segretario leghista

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28.11.2023

«Parto dal dolore che questa incredibile vicenda ha causato a me e alla mia famiglia. Per oltre tre anni il mio nome è stato infangato perché associato ad un conflitto di interessi che la giustizia civile, ora, ha finalmente accertato e dichiarato essere inesistente». Con queste parole Sandro Bardozzo, 54enne segretario locale della Lega, commenta la fine della lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista. Il Comune gli aveva chiesto un risarcimento danni (circa 21 mila euro) per lavori di carpenteria effettuati dal 2009 al 2013, ottenuti – così sosteneva il Comune – senza averne il diritto, in quanto in quel periodo era consigliere comunale. Da qui la supposta incompatibilità che ha portato, nell’autunno del 2020, alla decadenza da consigliere comunale dello stesso Bardozzo, che nel frattempo era stato nuovamente eletto in opposizione nel 2018, quando alle amministrative aveva sfidato Elvy Bentani.

«Nel giugno del 2020 il sindaco Bentani ha promosso a Rovigo una causa di........

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