Erano oltre 200, quella domenica del marzo 1903, a tenere a battesimo la nascita di una delle più datate e prestigiose istituzioni padovane, l’Università Popolare, presente il sindaco dell’epoca Vittorio Moschini che per un tratto di percorso ne sarà anche presidente. Una tradizione saldamente mantenuta per 120 anni, salvo una breve parentesi ai tempi del fascismo; e che oggi il presidente Pier Luigi Fantelli tiene viva con un ventaglio di iniziative in cui spiccano soprattutto i corsi, dalle lingue straniere alla musica, dalla storia all’arte, dalla letteratura al teatro.

Un così lungo cammino prende il via a inizio Novecento per iniziativa di un gruppo di figure di primo piano nella vita cittadina dell’epoca; a trainarle Achille De Giovanni, prestigioso clinico di patologia generale, con trascorsi da garibaldino, senatore del Regno.

La spinta che porta alla nascita dell’Università Popolare è motivata fin dallo statuto nella volontà di «diffondere la moderna cultura scientifica e letteraria nelle varie classi del popolo».

Un proposito tradotto in una serie di corsi che spaziano dalla cultura alla concretezza quotidiana: come provano ad esempio quelli per “conducenti di automobili a scoppio”, o di “conducenti di caldaie a vapore”.

Ma si organizzano anche gite, da quelle dietro casa a quelle all’estero, tra cui niente meno che Parigi. La realtà padovana ripropone un’iniziativa già decollata in altre città italiane.

La risposta dei padovani è da subito massiccia: nel 1919, a Grande Guerra conclusa, sono già 1.198, l’anno dopo salgono a 1.625, nel 1921 a 2.316; nel 1924 saranno addirittura più di tremila. Con una partecipazione convinta: le cronache dell’epoca riferiscono che in particolari corsi le persone si presentano in sala fin da un’ora prima, per assicurarsi il posto a sedere.

Intanto, con il 1923 è iniziata la pubblicazione di un Bollettino mensile, per dar conto delle attività sociali ma anche per proporre una sintesi delle conferenze più gettonate. E viene attivata una biblioteca circolante che concede libri a prestito.

In quegli anni viene solennemente ribadito lo scopo di fondo dell’istituzione, sottolineandone il carattere popolare: «Mantenersi popolari nel più largo senso della parola, per modo da essere utili tanto all’operaio, all’agente di negozio, all’impiegato, quanto alle persone discretamente colte»; il tutto finalizzato all’obiettivo «dell’aumento del sapere e il bene della patria».

L’esperienza viene bruscamente troncata dal fascismo, che incorpora l’Università Popolare nell’Istituto fascista di cultura; ma riparte alla grande nell’immediato dopoguerra, ripristinando la ragione sociale e lo spirito delle origini.

Tra le varie iniziative, spicca tra gli anni Cinquanta e Sessanta un ciclo di lezioni tenute da figure prestigiose dell’Italia repubblicana: da Leo Valiani a Luigi Meda, da Ferruccio Parri a Umberto Terracini. Il programma sociale, tuttora operante, si articola in corsi, conferenze, viaggi, visite culturali; i soci oggi sono circa trecento.

Per i 120 anni dell’Università Popolare, mercoledì 15 alle 21 il teatro Verdi ospiterà un concerto della Polifonica Vitaliano Lenguazza.

Il ricavato andrà devoluto all’associazione “Luca Ometto”, sorta per combattere il gliobastoma. Per informazioni e biglietti: Università Popolare, corso Garibaldi 4/1 (049.8755474) o sede della Polifonica, nel bar da Mario al Bo (348.3144899).

QOSHE - Università Popolare di Padova: 120 anni di storia. La moderna cultura un bene per tutti - Francesco Jori
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Università Popolare di Padova: 120 anni di storia. La moderna cultura un bene per tutti

5 0
14.11.2023

Erano oltre 200, quella domenica del marzo 1903, a tenere a battesimo la nascita di una delle più datate e prestigiose istituzioni padovane, l’Università Popolare, presente il sindaco dell’epoca Vittorio Moschini che per un tratto di percorso ne sarà anche presidente. Una tradizione saldamente mantenuta per 120 anni, salvo una breve parentesi ai tempi del fascismo; e che oggi il presidente Pier Luigi Fantelli tiene viva con un ventaglio di iniziative in cui spiccano soprattutto i corsi, dalle lingue straniere alla musica, dalla storia all’arte, dalla letteratura al teatro.

Un così lungo cammino prende il via a inizio Novecento per iniziativa di un gruppo di figure di primo piano nella vita cittadina dell’epoca; a trainarle Achille De Giovanni, prestigioso clinico di patologia generale, con trascorsi da garibaldino, senatore del Regno.

La........

© Il Mattino di Padova


Get it on Google Play