Il Leone d'Oro della Biennale Arte 2024 è andato a Mataaho Collective, formato dalle artiste maori Bridget Reweti, Erena Baker, Sarah Hudson e Terri Te Tau.
«Ringraziamo Adriano Pedrosa per aver fatto parlare tante voci queer e indigene in questa Biennale, è importante avere una piattaforma di espressione a Venezia», hanno dichiarato le artiste, dedicando il premio «alle nostre famiglie, che hanno lavorato sodo per farci arrivare qui».
Il collettivo feminile australiano ha vinto con il monumentale albero genealogico della First Nation, disegnato con il gesso.
«Tutti condividiamo responsabilità di prenderci cura di tutte le cose viventi, oggi e in futuro», ha dichiarato il curatore Ellie Buttrose
Leone d'Argento alla nigeriana Karimah Ashadu (ph Marta Buso /Interpress)
A ricevere il Leone d'argento alla 60esima edizione della Biennale di Venezia è stata la nigeriana Karimah Ashadu.
Per la prima volta nella storia della Biennale di Venezia, un'artista trans e non bianca ha ricevuto una menzione d'onore. Si tratta dell'artista argentina La Chola Poblete.
«Spero di riuscire ad aprire altre porte in modo che altre persone come me - ha detto - possano conquistare spazi e liberarsi dalle etichette». La seconda menzione è andata all'artista 87enne di origine palestinese Samia Halaby, pioniera dell'arte digitale. La menzione speciale per la partecipazione nazionale è andata alla Repubblica del Kossovo.