Non è riuscita la spallata del capo di Stato croato Zoran Milanović al Primo ministro Andrej Plenković. Alle elezioni legislative di ieri in Croazia, il premier uscente è arrivato in testa per la terza volta dal 2016. La sua formazione, l’Hdz, ha ottenuto una 61 seggi su 151 al parlamento di Zagabria.

Quasi 20 in più della coalizione guidata dal Partito socialdemocratico (Sdp) e facente capo al presidente Milanović, fermatasi a quota 42. Segue il Movimento patriottico (DP, estrema destra) con 14 deputati, una formazione nata da una costola dell'Hdz perché in rotta con la linea moderata di Plenković. C’è poi il partito conservatore e cattolico Most (11 deputati), in passato alleato dell’Hdz ma oggi sulle barricate, il movimento verde Možemo, che controlla il comune di Zagabria dal 2021 e che è passato dagli attuali 4 deputati ai 10 ottenuti ieri e infine altri partiti minori con 1 o 2 rappresentanti.

Una vittoria relativa dunque ma per governare, Andrej Plenković dovrà formare una coalizione. Serviranno 76 deputati e con gli otto deputati rappresentanti le minoranze, tradizionalmente filo-governativi, il premier arriverebbe solo a 69. Formare un governo stabile non sarà un'impresa facile, visto che molti partiti hanno già detto di non voler collaborare con il premier. Tutta la campagna elettorale è stata infatti incentrata attorno al tema della corruzione dell’esecutivo. Negli ultimi otto anni il Primo ministro ha dovuto sostituire ben trenta ministri e sottosegretari perché colpiti da scandali di corruzione. E proprio per questo il capo di Stato Milanovic aveva deciso, a sorpresa, un mese fa, di scendere in campo, invitando tutti i partiti di opposizione a formare un governo di unità nazionale contro l’Hdz di Plenkovic.

Quello scenario è oggi ancora possibile, ma così come lo è quello di un terzo governo conservatore, sostenuto magari dall’estrema destra. Intervenendo ieri sera a mezzanotte, Plenković ha celebrato la terza vittoria di fila e assicurato che già da oggi iniziano le discussioni per formare la nuova maggioranza. Tutti sono invitati al tavolo, ha detto il premier, tranne l’Sdp. Dal quartier generale dei socialdemocratici, invece, non c’è stata ammissione di sconfitta, anzi. Il leader dell’Sdp, Pedja Grbin ha assicurato che “due terzi dei croati vogliono un cambiamento” e ha invitato tutti i partiti, dalla sinistra all’estrema destra, ad unirsi per mandare a casa l’Hdz. Ma la strada è in salita e Milanović per il momento non si è fatto sentire.

Infine, all’interno della minoranza italiana, Furio Radin l’ha sputata con una manciata di voti in più sul vicesindaco di Buje Corrado Dussich: 971 voti contro 936. Per Radin si apre dunque il decimo mandato al parlamento croato, sarà ancora lui il decano del Sabor.

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Croazia, sfuma la spallata del presidente: il premier Plenkovic resta in sella. Rieletto per una manciata di voti il deputato italiano Radin

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18.04.2024

Non è riuscita la spallata del capo di Stato croato Zoran Milanović al Primo ministro Andrej Plenković. Alle elezioni legislative di ieri in Croazia, il premier uscente è arrivato in testa per la terza volta dal 2016. La sua formazione, l’Hdz, ha ottenuto una 61 seggi su 151 al parlamento di Zagabria.

Quasi 20 in più della coalizione guidata dal Partito socialdemocratico (Sdp) e facente capo al presidente Milanović, fermatasi a quota 42. Segue il Movimento patriottico (DP, estrema destra) con 14 deputati, una formazione nata da una costola dell'Hdz perché in rotta con la linea moderata di Plenković. C’è poi il partito conservatore e cattolico Most (11 deputati), in passato........

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