Il mondo arbitrale e quello dello sport piangono un personaggio speciale. Ci ha lasciato, a 78 anni, Paolo Tubertini, una partita in serie A, 30 fra Coppa Italia e amichevoli di prestigio, 61 gare in serie B. Nel campionato cadetto con 26 rigori e 17 espulsioni, narrano le cronache della sezione bolognese dell’Aia.

Un bel personaggio, Paolo, che lascia i figli Matteo, 46 anni e Guglielmo, 36. Che fosse rispettato dai giocatori lo si vede dall’album dei ricordi. Nato a Bologna il 27 aprile 1945 – sei giorni dopo la Liberazione della città – Paolo comincia a fischiare presto. Insieme con la passione per l’arbitraggio ci sono il lavoro – una gioielleria sotto le Due Torri – e la passione per lo sport in generale. Tifoso della Fortitudo, e spesso al PalaDozza a seguire le gesta della sua squadra e del Bologna che ha continuato a osservare fino all’ultimo, cercando di spingere i rossoblù e il loro profeta, Thiago Motta, sempre più in alto.

Foto d’epoca, si diceva: non può passare inosservata quella in relax al fianco di uno dei grandissimi del calcio mondiale. Sorridente come Paolo, al suo fianco, c’è Arthur Antunes Coimbra, che sarebbe poi l’icona Zico, visto in Italia con la maglia dell’Udinese.

Ma c’è Paolo al fianco di Diego Maradona – a proposito di grandissimi – con Claudio Garella alle loro spalle. C’è un frammento di una partita all’Olimpico di Roma: il capitano dei giallorossi è Carletto Ancelotti. Dietro, con la maglia della Samp, fa capolino Gianluca Vialli.

Una partita in serie A, è il 19 maggio 1985 quando viene designato per Cremonese-Udinese. Un anno prima (4 aprile 1984), dirige un’amichevole di lusso al Comunale di Bologna, non ancora intitolato a Renato Dall’Ara. Da una parte c’è la Juventus, dall’altro i Toronto Blizzard, la squadra canadese dove chiuede la carriera il bianconero Roberto Bettega.

Qualche anno prima, in serie C, si trova di fronte a una partita e un momento particolarmente delicato. E’ il 7 giugno 1981: il match tra Sambenedettese e Matera si gioca al Ballarin.

I marchigiani sono a un passo dalla storica promozione nel campionato cadetto. Prima del fischio d’inizio, si sviluppa un incendio nella zona della curva sud, dove ci sono tutte le coreografie per far festa. La festa si trasforma in tragedia: 3.500 persone restano intrappolate nel settore, 65 di queste restano ustionate. Tredici in modo grave: due ragazze perdono la vita.

Tubertini si consulta con giocatori e dirigenti: per evitare ulteriori problemi di ordine pubblico, la partita viene disputata.

L’ultima direzione è datata 27 aprile 1986: è al Rigamonti di Brescia per il confronto tra i locali e l’Arezzo.

Pur essendo un grande tifoso Fortitudo, frequenta i campi della Virtus di via Valeriani. Non è un tradimento: è semplicemente che i fischietti delle Due Torri spesso si allenano lì. E con Paolo in campo danno vita a gare tra arbitri con toni agonistici sempre accesi.

"Era un appassionato di sport – racconta il figlio Matteo –. Papà ci ha spinto verso questo mondo, senza imporci nulla. Potevamo scegliere la disciplina più congeniale. Ma riteneva che fare sport contribuisse in qualche modo alla nostra educazione".

Matteo fa pure l’arbitro fino al campionato di Eccellenza, il fratello minore, Guglielmo arriva all’Interregionale. I due fratelli non toccano le vette di papà, ma Paolo è contento lo stesso. Era sposato con Luciana Angela Maria Papaleo, scomparsa nel 2012. Anche il matrimonio lo lega in qualche modo al mondo del calcio, perché il suocero (Guglielmo Papaleo) è a lungo vice presidente del Catanzaro. Papaleo diventa anche il numero uno e continua a sponsorizzare la società calabrese che, con il bomber Massimo Palanca in campo, arriva fino alla serie A.

Oggi, alle 12, nella chiesa di San Paolo di Ravone, in via Andrea Costa, l’ultimo saluto a Paolo, il fischietto che ha contribuito a scrivere tante pagine della storia della sezione Aia delle Due Torri.

QOSHE - Addio all’arbitro Tubertini. Diresse Zico e Maradona. E Juve-Toronto al Dall’Ara - Alessandro Gallo
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Addio all’arbitro Tubertini. Diresse Zico e Maradona. E Juve-Toronto al Dall’Ara

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23.03.2024

Il mondo arbitrale e quello dello sport piangono un personaggio speciale. Ci ha lasciato, a 78 anni, Paolo Tubertini, una partita in serie A, 30 fra Coppa Italia e amichevoli di prestigio, 61 gare in serie B. Nel campionato cadetto con 26 rigori e 17 espulsioni, narrano le cronache della sezione bolognese dell’Aia.

Un bel personaggio, Paolo, che lascia i figli Matteo, 46 anni e Guglielmo, 36. Che fosse rispettato dai giocatori lo si vede dall’album dei ricordi. Nato a Bologna il 27 aprile 1945 – sei giorni dopo la Liberazione della città – Paolo comincia a fischiare presto. Insieme con la passione per l’arbitraggio ci sono il lavoro – una gioielleria sotto le Due Torri – e la passione per lo sport in generale. Tifoso della Fortitudo, e spesso al PalaDozza a seguire le gesta della sua squadra e del Bologna che ha continuato a osservare fino all’ultimo, cercando di spingere i rossoblù e il loro profeta, Thiago Motta, sempre più in alto.

Foto d’epoca, si diceva: non può........

© il Resto del Carlino


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