Ravenna, 30 novembre 2023 – Lui era appuntato scelto dei carabinieri. E al tempo dei fatti contestati, aveva lavorato in vari comandi territoriali tra Ravenna e Cesenatico. Ma quando si presentava in un hotel rivierasco e in un pub, raccontava di essere o capitano o maresciallo del Nas. L’effetto? Ingenerare nei diretti interessati un timore tale da consentirgli di scroccare "camere e servizi in spiaggia, anche per una intera stagione estiva". Oltre a "numerose bevande alcoliche".

Contestazioni costate al diretto interessato, non solo una condanna a due anni di reclusione (con pena sospesa) già passata in giudicato. Ma pure la sanzione disciplinare della perdita del grado per rimozione.

Un provvedimento che il Tar di Bologna ha ora confermato attraverso una sentenza pubblicata lunedì scorso. Il diretto interessato - tutelato dall’avvocato Massimiliano Orrù -, dovrà anche pagare al ministero della Difesa, 1.500 euro di spese di giudizio.

La vicenda, secondo quanto riportato dal provvedimento disciplinare che di fatto proietta il carabiniere in questione fuori dall’Arma, è maturata tra il 2003 e il 2009. Il 24 maggio 2019 era divenuta irrevocabile la sentenza di condanna. E il successivo 15 luglio, era stata disposta l’inchiesta formale disciplinare culminata con un giudizio perentorio datato 16 dicembre di quell’anno: "Non meritevole di conservare il grado".

In particolare - si legge nel documento - "abusando della propria qualità e dei propri poteri", il militare aveva ingenerato "il timore nelle vittime di subire un male ingiusto".

Condotte che la commissione di disciplina aveva definito "biasimevoli anche sotto l’aspetto disciplinare" in quanto "contrarie ai principi di moralità e rettitudine che devono caratterizzare l’agire di un militare". Quel carabiniere - prosegue il documento - era pure venuto meno "ai doveri attinenti al giuramento prestato e a quelli di correttezza ed esemplarità di appartenente all’Arma dei carabinieri" oltre che al "prestigio dell’Istituzione". Da qui l’applicazione "della massima sanzione disciplinare di stato".

Ed è contro quella, che il carabiniere aveva presentato ricorso lamentando il fatto che il giudizio disciplinare avrebbe dovuto essere secondo lui svolto quando quello penale era ancora pendente. Ma anche precisando che a suo avviso si era di fronte a una "carenza di motivazione istruttoria" dato che il provvedimento si fondava "esclusivamente su fatti emersi in sede penale senza alcuna ulteriore valutazione".

Da ultimo non era stato rispettato il "criterio di proporzionalità". Tuttavia per la corte bolognese, presieduta dal giudice Andrea Migliozzi, "il ricorso deve essere rigettato" dato che i fatti "sono stati commessi abusando della qualità e dei poteri posseduti". Il tutto allo scopo di "procurasi nel tempo indebiti vantaggi economici: comportamenti indubbiamente in contrasto con il giuramento prestato e dunque rilevanti sul piano disciplinare".

QOSHE - Hotel e pub a scrocco: "Si fingeva capitano" - Andrea Colombari
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Hotel e pub a scrocco: "Si fingeva capitano"

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30.11.2023

Ravenna, 30 novembre 2023 – Lui era appuntato scelto dei carabinieri. E al tempo dei fatti contestati, aveva lavorato in vari comandi territoriali tra Ravenna e Cesenatico. Ma quando si presentava in un hotel rivierasco e in un pub, raccontava di essere o capitano o maresciallo del Nas. L’effetto? Ingenerare nei diretti interessati un timore tale da consentirgli di scroccare "camere e servizi in spiaggia, anche per una intera stagione estiva". Oltre a "numerose bevande alcoliche".

Contestazioni costate al diretto interessato, non solo una condanna a due anni di reclusione (con pena sospesa) già passata in giudicato. Ma pure la sanzione disciplinare della perdita del grado per rimozione.

Un provvedimento che il Tar di........

© il Resto del Carlino


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