Bologna, 3 febbraio – Ho letto una storia commovente che mi ha scaldato il cuore anche se si tratta di una vicenda triste. Domani nella partita di basket fra Verona e Fortitudo Bologna verrà ricordato Dylan Rinco, il ragazzo veronese che tifava per la Effe e che a gennaio è stato portato via a soli 25 anni da una rara malattia al cervello. Questa storia ha commosso i due club e i tifosi che proprio domani in occasione dell'incontro mi pare abbiano organizzato anche un evento in suo nome. I pazzi violenti che incendiano di violenza gli stadi riflettano. Otello Belletti

Risponde Beppe Boni

Per fortuna lo sport è fatto anche di buoni sentimenti e non solo di tifosi dementi che vanno allo stadio per esprimere violenza e frustrazioni represse. Il sorriso infantile di Jannik Sinner, l'astro del tennis italico, e storie come quella di Dylan Rinco ce lo confermano. Il primo è il campione della porta accanto, il bravo ragazzo che piace a tutti, il secondo è un ragazzo che aveva voglia di vivere e ammirava i campioni del basket ma non ce l'ha fatta a vivere la vita. La malattia che non perdona se l'è portato via troppo presto, a soli 25 anni. La Fortitudo basket aveva adottato Dylan, di origini veronesi, attraverso la società e attraverso i tifosi, il pubblico numero uno della pallacanestro per passione e compattezza. Il presidente della Effe Stefano Tedeschi, il vice Teo Alibegovic, il coach Attilio Caja, il leader di Fortitudo per il sociale Giorgio Archetti lo hanno ospitato in campo più volte. Gli hanno voluto bene e così i tifosi. Domani a Verona gli amici veronesi di Dylan si incontreranno a pranzo con i supporter di Amo la Fortitudo, ricorderanno Dylan poi tutti al Palasport ognuno a tifare per la propria squadra. Dylan Rinco ha lasciato una lezione a tutti noi. Diceva: "La mia malattia colpisce una persona su un milione, ma se è capitata a me è perché so che posso sopportarla. La cosa importante è riuscire a lasciare un segno per quando non ci sarò più..."Finché ha potuto ha tenuto un video diario, I fight the cancer (combatto contro il tumore) poi ha portato avanti un progetto dal titolo Terzo tempo. Ha vissuto con coraggio e dignità la malattia fino all'ultimo, è riuscito a non perdere il sorriso, ha giocato la sua ultima partita senza scoraggiarsi. E questa forza gli ha consentito di andarsene lassù con leggerezza. Forse sapendo anche che due città, avversarie sul parquet della pallacanestro, tifavano unite solo per lui. Un tiro da tre per Dylan, applausi. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net

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Un tiro da tre per ricordare Dylan Rinco

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03.02.2024

Bologna, 3 febbraio – Ho letto una storia commovente che mi ha scaldato il cuore anche se si tratta di una vicenda triste. Domani nella partita di basket fra Verona e Fortitudo Bologna verrà ricordato Dylan Rinco, il ragazzo veronese che tifava per la Effe e che a gennaio è stato portato via a soli 25 anni da una rara malattia al cervello. Questa storia ha commosso i due club e i tifosi che proprio domani in occasione dell'incontro mi pare abbiano organizzato anche un evento in suo nome. I pazzi violenti che incendiano di violenza gli stadi riflettano. Otello Belletti

Risponde Beppe Boni

Per fortuna lo sport è fatto........

© il Resto del Carlino


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