Los Angeles, 11 marzo 2024 – Nessuna deregulation fashion agli Oscar 2024. Nessuna deriva ribelle, scostumata, ridicola, massimalista. Tutto secondo il copione che i tempi bui che stiamo vivendo ci impone. Trionfa il sogno del bel vestito, tutto colori e luccichio, in tante salse, molta alta moda e nessuna trovata sfacciata, esagerata, inutile.

Niente nudo, niente schiene nude, niente seni nudi. Insomma bandito il travestimento e viva l’alta moda. Finalmente creazioni d’arte, poco commercio e tante idee da ‘grand soirèe’. Per gli uomini stesso discorso, solo un po’ più noioso per via dell’orgia di smoking, quasi tutti neri e i tanti papillon. E grazie al grandissimo Al Pacino con baffi e pizzetto che non si è messo il fiocchetto.

Su tutto la storia, quella di ieri e quella di oggi, la tragedia delle guerre, la voglia di pace. E storia, stavolta personale, è quella raccontata con intimità nuova da quasi tutti i premiati che hanno inneggiato alla festa della mamma, ai mariti e alle moglie affettuosi, ai bambini buoni “che ci hanno fatto lavorare”, ai fratelli e alle sorelle e compagnia cantando, tra abbracci e baci sinceri e compagnoni di cui da tanti anni si sentiva la mancanza. Un Oscar 2024 di buoni sentimenti e buoni vestiti.

Già martedì sera a Parigi, per la sfilata al Louvre per i dieci anni di direzione creativa di Nicolas Guesquiere per Louis Vuitton , vedendola in prima fila si era capito che la Bella-Emma avrebbe vestito un abito della maison regina del Gruppo LVMH. E così è stato.

Un abito classico, classicissimo, a clessidra per via della grande rouche intorno alla vita e ai fianchi dell’esile diva, verde acqua disegnato per l’amica diva da Nicolas e ingentilito ancora di più dalla sua grazia naturale.

Alle fine con l’Oscar di miglior attrice protagonista in mano si è dovuta arrangiare a tenerselo fermo e stretto per via del bustino che si è rotto per i troppi calorosi abbracci. Ma anche questo fa parte dello show. Fantastica e moderna.

Lezione di vita in tutti i sensi per la brava attrice americana più che curvy, sul set e sul palco del Dolby Theatre, e vincitrice come miglior attrice non protagonista.

Anche lei, come Emma Stone, con una creazione di Louis Vuitton ma per niente delicata perché in paillettes d’argento con due enormi maniche di piume di struzzo. Una fatona delle fiabe, bionda alla Marilyn con tanti chili di troppo. Nel segno vero dell’uguaglianza estetica e dell’inclusione. Altro che chiacchiere!

Certo i suoi smoking sono molto meglio di quelli di Amadeus a Sanremo, ma anche troppo perché non te ne ricordi nemmeno uno.

Che noia queste sorprese dei pancioni. Come essere incinta fosse una cosa da annuncio speciale.

Come ad oggi grande evento del mondo del cinema o della musica internazionale, Giorgio Armani resta il re dei creativi, capace di vestire tantissimi ospiti. Stavolta nell’elenco magico delle personalità vestite da questo ‘Grande Italiano’ ci sono Annette Benin, Zendaya, Lupita Nyong’o, Jacqueline West, Jeffrey Wright, Robert De Niro in abito blu e cravatta scura, Martin Scorsese in Giorgio Armani ‘Made to Measure’ in abito a un bottone nero (a lui, grande regista e grande amico, lo stilista ha dedicato un party specialissimo alla vigilia nel negozio di Los Angeles), Kris Bowers, Christopher Sharp, Brendam Fraser, Ke Hui Quan, Crhistoph Waltz.

Bravo Giorgio e brava sua nipote Roberta Armani che da sempre si occupa delle celebrities.

Il tempo si è fermato per lei. Eterna ragazza. Semplicemente sensazionale in raso.

Se la sono messa sul bavero del tuxedo o intorno alla scollatura in tanti e tante la spilla rossa che chiede il cessate il fuoco e la fine del fiume di morte e di sangue a Gaza come per il 7 ottobre in Israele come nel resto del mondo in guerra. Un segno di civiltà che non ha bisogno di commenti.

Prima l’arrivo alla serata degli Oscar con lo smoking nero profilato di strass di Gucci, creato per lui da Sabato De Sarno. Una mises che si è fatta notare per eleganza e un po’ di serena simpatia. Poi la performance canora tutto rosa Barbie vestito e scintillante. Divino biondino.

Ieratica tutta di nero vestita, l’attrice tedesca di “Anatomia di una caduta” si è distinta per stile e charme nell’abito da sera di Schiaparelli disegnato da Daniel Roseberry. Un vestito sirena ma con grinta per quelle due ali di seta sulle spalle che la rendono un angelo.

La moglie di Jean Todt, l’attrice cinese nota anche come Michelle Khan, torna all’Oscar che ha conquistato l’anno scorso come miglior attrice, con un abito speciale di Balenciaga, con accenno di strascico e un tessuto ricamato come un cielo stellato nella notte di San Lorenzo. Perfetta.

Non delude per chic la ragazza che però è davvero magrissima dentro l’abito di palme e fiori preziosi di Giorgio Armani Privè, monospalla architettonico. Ma qualche vitamina?

Ancora uno Schiaparelli, ma con le spalline sospese e un orribile disegno tromp l’oeil di mutanda maschile sulle paillettes del vestito avorio. Ma non c’era altro di meglio in collezione per lei?

Altro bel colpo di Gucci per l’attrice più attesa perché brava e nativa americana. Abito lungo e maestoso per lei che proprio filiforme non è, ma saggiamente femminile. Blu con disegni a motivi quillwork (che un tempo erano realizzati dalle tribù indiane del Nord America con gli aculei dei porcospini) del Popolo dei Piedi Neri dal quale Lily discende. Al di là dell’etnico e del folklore.

I suoi 23 anni le perdonano tutto. Ma presentarsi all’Oscar e cantare vestita come una scolaretta d’altri tempi, con tanto di calzettoni bianchi sbrindellati e scarpette baby di vernice nera ci pare troppo. Anche se tutta in Chanel vestita. Ma non ha visto come vanno per strada le sue coetanee?

Pantera grigia, anzi quasi tutta bianca, coi capelli cortissimi e belli, Jamie si distingue per classe infinita dell’abito nero, accollato, austero e sublime. Per gioiello solo un alto bracciale.

Piccola e grandiosa al tempo stesso nell’abito gigantesco di ruches e di volumi seducenti di Giambattista Valli, esempio di alta moda parigina senza tempo e senza se e senza ma. Un bon bon spiritoso e gentile. Un esempio di vera haute couture che Valli dimostra di dominare sempre di più. Un abbraccio di seta che ha illuminato di grazia la notte degli Oscar.

Padre e figlio vestiti entrambi da Stefano Ricci coi disegni e i tessuti unici al mondo dell’Antico Setificio Fiorentino che lo stilista-imprenditore fiorentino possiede. Testimonial perfetti dell’alta sartoria maschile italiana. Andrea col taxido d’ordinanza, il bel Matteo con una giacca lunga di ispirazione indiana che sta bene con la sua bella altezza. In tonalità blu royal Stefano Ricci.

QOSHE - Abiti da Oscar, le pagelle dei look: vince l’alta moda. - Eva Desiderio
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Abiti da Oscar, le pagelle dei look: vince l’alta moda.

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11.03.2024

Los Angeles, 11 marzo 2024 – Nessuna deregulation fashion agli Oscar 2024. Nessuna deriva ribelle, scostumata, ridicola, massimalista. Tutto secondo il copione che i tempi bui che stiamo vivendo ci impone. Trionfa il sogno del bel vestito, tutto colori e luccichio, in tante salse, molta alta moda e nessuna trovata sfacciata, esagerata, inutile.

Niente nudo, niente schiene nude, niente seni nudi. Insomma bandito il travestimento e viva l’alta moda. Finalmente creazioni d’arte, poco commercio e tante idee da ‘grand soirèe’. Per gli uomini stesso discorso, solo un po’ più noioso per via dell’orgia di smoking, quasi tutti neri e i tanti papillon. E grazie al grandissimo Al Pacino con baffi e pizzetto che non si è messo il fiocchetto.

Su tutto la storia, quella di ieri e quella di oggi, la tragedia delle guerre, la voglia di pace. E storia, stavolta personale, è quella raccontata con intimità nuova da quasi tutti i premiati che hanno inneggiato alla festa della mamma, ai mariti e alle moglie affettuosi, ai bambini buoni “che ci hanno fatto lavorare”, ai fratelli e alle sorelle e compagnia cantando, tra abbracci e baci sinceri e compagnoni di cui da tanti anni si sentiva la mancanza. Un Oscar 2024 di buoni sentimenti e buoni vestiti.

Già martedì sera a Parigi, per la sfilata al Louvre per i dieci anni di direzione creativa di Nicolas Guesquiere per Louis Vuitton , vedendola in prima fila si era capito che la Bella-Emma avrebbe vestito un abito della maison regina del Gruppo LVMH. E così è stato.

Un abito classico, classicissimo, a clessidra per via della grande rouche intorno alla vita e ai fianchi dell’esile diva, verde acqua disegnato per........

© il Resto del Carlino


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