Reggio Emilia, 14 gennaio 2024 – “È arrivato il momento di lasciarti andare, Ricky, ma non è un addio perché adesso sei qua con tutti noi. Sei sempre stato fondamentale per tutti. Ti ricordi tutti i giochi che ci siamo inventati insieme con la Ludo? I video, quando da piccoli facevamo i dinosauri di pongo… Ricordo la tua irrefrenabile voglia di vivere. Mi piaceva tanto vederti ridere e adesso forse mi starai guardando da lassù, scoppiando dalla risate". Parlava così Ginny, dal pulpito della chiesa parrocchiale di Sant’Agostino, prima tra quelli che ieri pomeriggio hanno voluto dare la loro testimonianza di affetto e amore. Un centinaio gli adolescenti davanti alla bara bianca coperta di gigli e rose candidi dell’amico Riccardo Curreli, morto per un malore a tredici anni mentre saliva le scale di scuola. Compagni della 3ª E dell’istituto Manzoni, ma non solo.

Ragazzini con lo sguardo attonito di chi, precocemente, impatta con l’assurdità della morte. E poi i loro genitori, che si specchiavano sconvolti nel dolore di mamma Giovanna e papà Sergio, i parenti giunti dalla Sardegna, i nuovi amici reggiani. Figura ancora più tragica la nonna, con una sofferenza che le strappava il cuore dal petto: lei anziana, lì, ad assistere al funerale di un nipote intelligente, bravo, simpatico e bello. "Eri giusto, onesto, volevi fare andare tutti d’accordo. Non conoscevi malizia e cattiveria – ha detto un’amica di famiglia –. Ricordo le risate, gli scherzi, le canzoni che cantavi. Fai sentire la tua voce da lassù, allieta con il tuo canto i tuoi familiari. Sarai il nostro angelo".

È intervenuta anche la preside Alessandra Landini, che ha portato alla famiglia la solidarietà dell’intera comunità educante e della città (in chiesa rappresentata dall’assessora Raffaella Curioni); ha parlato della sconvolgente ferita che gli insegnanti e gli studenti stanno cercando di elaborare, grazie anche al sostegno di due psicologi. Ha anche letto alcune delle riflessioni che sono state scritte dai bambini (poi queste, raccolte, saranno consegnate alla famiglia Curreli): "Ciao Riccardo, ci sentiamo con il cuore spaventato. Sai? Anche mio padre è morto, adesso forse vi parlate", ha scritto una ragazzina.

Ma è poi spettato a don Luca Grassi dare un senso alla morte di un tredicenne: "La società vuole farci vivere in una bolla di sapone con l’illusione che nulla possa toccarci, nella spensieratezza – le parole di don Luca nella chiesa piena –. Fa percepire il futile come essenziale. Ci preoccupiamo per il vestito, andiamo in ansia per il successo, pensiamo che il metro sia il giudizio degli altri e che una persona realizzata sia uno Youtuber. La morte è esorcizzata come uno spettacolo nei film, nei giochi della Playstation… Quando la bolla scoppia emergono le domande. La vita è cruda: ci mostra il non reversibile, che non è nonsenso ma l’incontro con l’amore infinito di Dio. Riccardo ora è fuori dalla bolla, ora è con Dio".

QOSHE - Morto a scuola a 13 anni: "Ciao piccolo Ricky, sarai il nostro angelo" - Francesca Chilloni
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Morto a scuola a 13 anni: "Ciao piccolo Ricky, sarai il nostro angelo"

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14.01.2024

Reggio Emilia, 14 gennaio 2024 – “È arrivato il momento di lasciarti andare, Ricky, ma non è un addio perché adesso sei qua con tutti noi. Sei sempre stato fondamentale per tutti. Ti ricordi tutti i giochi che ci siamo inventati insieme con la Ludo? I video, quando da piccoli facevamo i dinosauri di pongo… Ricordo la tua irrefrenabile voglia di vivere. Mi piaceva tanto vederti ridere e adesso forse mi starai guardando da lassù, scoppiando dalla risate". Parlava così Ginny, dal pulpito della chiesa parrocchiale di Sant’Agostino, prima tra quelli che ieri pomeriggio hanno voluto dare la loro testimonianza di affetto e amore. Un centinaio gli adolescenti davanti alla bara bianca coperta di gigli e rose candidi dell’amico Riccardo........

© il Resto del Carlino


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