Bologna, 11 dicembre 2023 – Inno alla Joshua. L’arte declinata nei piedi di Zirkzee e di un Bologna che suona calcio. Un’orchestra da venticinque punti in quindici partite, con un solista da sette gol e infiniti gesti di classe. Di questo passo, l’Europa non è un sogno, ma una logica conseguenza. Poi, e Lecce lo insegna, la logica nel calcio non è sempre scientifica e può piegarsi all’imprevisto. Ma ce ne vogliono di imprevisti (e torti) per fermare la squadra di Thiago Motta, quarta in classifica (l’ultima volta nel 2002) e in odore di Champions. Di certo, non basta la piccola Salernitana di Pippo Inzaghi, piccolissima per settantacinque minuti e poi ravvivata dagli errori sotto porta di Ferguson e compagni e da un gol di Simy (bestia nera dei rossoblù).

A differenza di Lecce, però, il possibile 3-0 frantumato dallo scozzese sul palo stavolta non costa caro come gli sprechi al Via del Mare. E così arriva la prima vittoria in trasferta: crolla un altro muro e la strada davanti si apre. Del resto, non capita tutte le domeniche di imbattersi in recuperi biblici, in portieri volanti e in arbitri pigri. Mentre capita ormai spesso di vedere un Bologna efficace, solido, a tratti bellissimo, ma soprattutto letale. Come il suo centravanti che sta sbocciando a tempo di record. Che fosse bravo, molto bravo, s’era intuito ai primi tocchi di palla un anno fa. Ma che potesse esplodere con questa rapidità, forse in pochi l’avrebbero sentenziato a metà agosto, quando Arnautovic lasciava il trono di Casteldebole per prendersi un posto in piedi, in seconda fila, alla corte dell’Inter. Da quel giorno, tutte le aspettative sule spalle di Zirkzee. E lui, questo ricciolone di ventidue anni dal sorriso furbo, si è preso il Bologna sulle spalle e l’ha trascinato lassù, fino al quarto posto. Un peso che solo i giganti del pallone sanno portare e questo ragazzo olandese ha tutte le caratteristiche per farci pensare a un futuro gigantesco.

Intanto il presente è meravigliosamente grande, come la possibilità di classifica che si è spalancata ai rossoblù, ora quarti a pari merito con quella Roma che, piena di nervi e di cerotti dopo il pari di ieri sera contro la Fiorentina, domenica arriverà al Dall’Ara. Senza Lukaku e Zalewski espulsi nella sfida con i viola e molto probabilmente senza Dybala e Azmoun usciti infortunati. Enorme la chance per il Bologna di decollare verso l’Europa. La classifica, adesso, parla addirittura di Champions, con le rivali, dai giallorossi appunto, passando per Napoli, Atalanta, Fiorentina e Lazio che viaggiano a luci intermittenti. Ecco, è proprio nella continuità e nella solidità, nella sua grande identità di squadra, che il Bologna può e deve sognare nell’impresa di ritornare in Europa. A maggior ragione se Saelemaekers è la scheggia impazzita che all’Arechi ha fatto ammonire sei avversari. A maggior ragione, se la difesa, saprà ritrovare l’impermeabilità di poche settimane fa. A Salerno i rossoblù hanno sofferto nel finale, dopo aver danzato per 75 minuti sui resti di una Salernitana che, complice gli errori di Cosil e Lovato, s’era apparecchiata da sola la sconfitta. Poi sembravano riapparire i fantasmi di Lecce. Ma non è successo. E non è un caso. Come questo quarto posto.

QOSHE - Il Bologna con i piedi in Europa. Zirkzee, doppietta da Champions. A Salerno la prima vittoria esterna / - Gianmarco Marchini
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Il Bologna con i piedi in Europa. Zirkzee, doppietta da Champions. A Salerno la prima vittoria esterna /

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11.12.2023

Bologna, 11 dicembre 2023 – Inno alla Joshua. L’arte declinata nei piedi di Zirkzee e di un Bologna che suona calcio. Un’orchestra da venticinque punti in quindici partite, con un solista da sette gol e infiniti gesti di classe. Di questo passo, l’Europa non è un sogno, ma una logica conseguenza. Poi, e Lecce lo insegna, la logica nel calcio non è sempre scientifica e può piegarsi all’imprevisto. Ma ce ne vogliono di imprevisti (e torti) per fermare la squadra di Thiago Motta, quarta in classifica (l’ultima volta nel 2002) e in odore di Champions. Di certo, non basta la piccola Salernitana di Pippo Inzaghi, piccolissima per settantacinque minuti e poi ravvivata dagli errori sotto porta di Ferguson e compagni e da un gol di Simy (bestia nera dei rossoblù).

A differenza di Lecce, però, il........

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