"Io spero solo che prima o poi tutto questo finisca, perché ho diritto di vivere la mia vita e non voglio arrendermi". Sabrina Leo è stremata da un passato terribile. Trentanovenne di Lecco (Lombardia), è arrivata ad Ancona tre estati fa tentando di recuperare un rapporto oramai naufragato col suo 43enne compagno, originario di La Spezia e oggi in carcere a Montacuto. La storia con lui ha inizio a gennaio 2015, quando lo aveva ritrovato al termine di un matrimonio finito e due figli. "Lo conobbi a 14 anni, quando era fidanzato con mia cugina — racconta — poi mi fece gli auguri di compleanno su Facebook ed è stato subito amore". E in poco tempo arrivano due bambine: una a settembre, l’altra ad agosto 2016. Tutto sembra scorrere per il meglio nella loro casa di Olginate, prima che i carabinieri, un giorno, si presentassero alla porta con un mandato d’arresto per l’uomo per stalking e lesioni all’ex moglie: "Ma decisi comunque di perdonarlo e di rimanere accanto a lui".

Già dietro le sbarre però il comportamento dell’uomo diventa aggressivo: "A volta arrivavano lettere d’amore, altre violente con dentro gelosie. Dopo tre anni dentro, è uscito per buona condotta e ha fatto un anno ai domiciliari. Da allora sono iniziati i guai". In particolare dal 31 dicembre 2018: "Scoprii che chattava sui social con un’altra donna, che mi confermò tutto. Chiesi a lui il perché e dopo avermi gridato di essere una sbirra, iniziò a colpirmi. Aveva iniziato a essere un padre-padrone, che passava il tempo davanti alla PlayStation e mi ordinava di comprargli le cose altrimenti erano guai. Io facevo tre lavori per mantenere sei persone, non sempre potevo. Per la sua ira mi ruppe cinque telefoni diversi". Una sera "mi obbligò a vedere video di modelle hot che lavavano auto per tutta la notte". Un’altra "mi disse dal nulla che voleva farsi i fatti suoi e di andare in camera finché non si stufava, non potendo uscire per mangiare. Presi i miei figli, mi rinchiusi con loro e ci rimasi tre giorni. Poi arrivò dal nulla e mi disse: ’Andiamo a guardarci un film’. E io, stremata, ho dovuto acconsentire".

Prima del 27 aprile 2021: "Voleva un cellulare costosissimo, io gli dissi che non era ancora arrivata la mensilità, ma quando tornai a casa portai una penna nuova a mio figlio che me l’aveva chiesta — ricorda — Mi spense una sigaretta sul braccio e mi disse di controllare alle poste sulla PostePay, ma i soldi non c’erano. Così andai dai carabinieri chiedendo il programma di protezione". Dopo essere ripartita da una casa rifugio protetta, il compagno riesce però a rintracciarla sui social: "Mi illuse che fosse cambiato e ritirai la querela". La coppia così riparte da Ancona nell’agosto 2021 "dove il fratello di lui lavorava, ma è diventato ancora più violento". Tanto da installare "delle telecamere in casa nostra, affinché potesse controllarmi". L’epilogo avvenne il 14 marzo 2023: "Portai i bimbi a scuola e alle 8.30 sono tornata a casa — racconta la 39enne — Indossavo dei leggings con una maglia lunga sopra, si svegliò e mi guardò storto. Diceva che lo avevo fatto per farmi notare dagli altri padri. Poi mi ha aperto l’armadio e ha iniziato a tirare fuori tutti i miei vestiti. Ho cercato di calmarlo, ma lui ha preso la stampella e mi colpii senza sosta alla mia caviglia destra distorta, dove avevo il tutore. Urlava di ammazzarmi". Subito dopo "mi spinse contro la porta a vetri e la ruppi, sanguinavo in varie parti del corpo. Riuscii a distrarlo e intanto feci il 112, rimettendo il cellulare nei pantaloni e lasciando la chiamata aperta. Una volta che hanno bussato gli agenti, li ho abbracciati per avermi salvato la vita".

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L’inferno di Sabrina: "Botte e umiliazioni, mi ha rovinato la vita. Non voglio arrendermi"

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16.01.2024

"Io spero solo che prima o poi tutto questo finisca, perché ho diritto di vivere la mia vita e non voglio arrendermi". Sabrina Leo è stremata da un passato terribile. Trentanovenne di Lecco (Lombardia), è arrivata ad Ancona tre estati fa tentando di recuperare un rapporto oramai naufragato col suo 43enne compagno, originario di La Spezia e oggi in carcere a Montacuto. La storia con lui ha inizio a gennaio 2015, quando lo aveva ritrovato al termine di un matrimonio finito e due figli. "Lo conobbi a 14 anni, quando era fidanzato con mia cugina — racconta — poi mi fece gli auguri di compleanno su Facebook ed è stato subito amore". E in poco tempo arrivano due bambine: una a settembre, l’altra ad agosto 2016. Tutto sembra scorrere per il meglio nella loro casa di Olginate, prima che i carabinieri, un giorno, si presentassero alla porta con un mandato d’arresto per l’uomo per stalking e lesioni all’ex........

© il Resto del Carlino


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