Milano, 4 marzo 2024 - La seconda stella è ormai cosa fatta e probabilmente si può iniziare a cucirla sulla maglia dell'Inter. Messa da parte la scaramanzia che ancora farà parte di qualche interista, il successo sul Genoa per due a uno, sofferto, vale quindici punti di vantaggio sulla seconda e un titolo che ormai appare in cassaforte. Non è stata una partita facile per la capolista che era andata in vantaggio con Asllani, splendido assist di Sanchez, poi aveva raddoppiato con un discusso rigore trasformato proprio dal cileno, ma nel secondo tempo il gol di Vazquez ha consentito al Genoa gli assalti finali che tuttavia non sono andati a buon fine. Per la prima volta si è vista una Inter maggiormente sfilacciata e in difficoltà, ma la prestazione è stata sufficiente ad assicurarsi la vittoria e, di conseguenza, anche lo Scudetto.

Inzaghi, alla panchina 300 in A, rilancia Carlos Augusto braccetto, Bastoni è squalificato, con Dimarco e Dumfries titolari in fascia, mentre davanti c’è Sanchez in coppia con Lautaro. Gilardino si affida a Gudmundsson e Retegui in attacco, con Messias a supporto. Inter subito con il possesso palla per provare a scardinare l’ordinata difesa genoana che decide di aspettare e ripartire, sfruttando anche le seconde palle sul lancio lungo. Ritmi non altissimi, infatti il grifone regge abbastanza bene in avvio di partita e non disdegna qualche ripartenza, mentre l’Inter non trova una trama utile per infilarsi nella densità genoana. Prima occasione nerazzurra al 15’ con una fiammata che porta Dimarco davanti a Martinez, ma il portiere esce e chiude lo specchio. Era comunque offside. Il Genoa tiene bene il campo, non ha paura anche di abbozzare una pressione alta e alla fine nei primi venti minuti i nerazzurri restano imbrigliati nella ragnatela. L’Inter si vede con un’apertura di Mkhitaryan e destro al volo di Barella di poco alto, ma l’occasionissima è del Genoa al 26’: cross di Sabelli, stacco di Retegui e miracolo di Sommer, poi Gudmundsson non trova incredibilmente la porta da due passi. Passata la paura, l’Inter prende in mano la partita. Basta una minima disattenzione del Genoa al 31’ che permette a Sanchez di infilarsi tra le linee, il passaggio in verticale per Asllani è perfetto così come il destro vincente che fulmina Martinez: 1-0. I nerazzurri si sciolgono in manovra e al 34’, con tre passaggi, mettono Barella in porta, ma sul più bello viene recuperato da Frendrup in scivolata. Qui nasce l’episodio da moviola perché Ayroldi assegna il penalty, probabilmente sbagliando, mentre il Var consiglia l’on field review: alla fine l’arbitro visiona con un lungo check le immagini ma rimane della sua. Rigore e Sanchez trasforma il raddoppio al 38’. Il Genoa, affossato mentalmente da un possibile errore arbitrale, rischia di uscire dalla partita e al 44’ si salva in extremis quando Mkhitaryan si presenta a tu per tu con Martinez in area. Partita totalmente cambiata: dopo i primi 25 minuti di grande equilibrio l’Inter l’ha presa in mano con prepotenza. All’intervallo è 2-0 per i padroni di casa.

La ripresa si apre con Darmian al posto di Dumfries da una parte e Strootman al posto di Frendrup dall’altra, ma lo spartito è ormai chiaro, con l’Inter intensa e in pressione e il Genoa a faticare nella manovra e con pochi rifornimenti per le punte, sempre più isolate. Ma proprio quando la partita appare in ghiaccio il grifone la riapre. Su una rubata sulla trequarti l’azione si sviluppa da una parte all’altra e così Vazquez può sparare un sinistro dei suoi che si infila all’angolino al 54’. L’Inter prova a rispondere con un sinistro dalla distanza di Carlos Augusto, mentre poco dopo Bani salva un gol già fatto di Pavard a centro area. Gilardino fiuta comunque il colpo e tenta la carta dei cambi con Spence e Vitinha per Martin e Messias. Inzaghi risponde con Thuram e Acerbi in campo al posto di Sanchez e Dimarco. Il Genoa lo trova anche il pari poco dopo proprio con Vitinha, ma l’attaccante era in offside sulla sponda di Retegui, segno che la partita è decisamente viva. I nerazzurri danno qualche segnale di sbandamento, niente di eclatante ma non sono più in grado di imbastire una risalita del campo efficace, dando al Genoa ancora più coraggio per crederci. Imprecisione e rilassamento per la squadra di Inzaghi, meno efficiente nelle giocate e nelle scelte. Il tecnico nerazzurro sceglie altri due cambi con Bisseck e Arnautovic per ridare energia nel quarto d’ora finale, ma il match si è complicato e il Genoa arremba con verve mettendo alle corde la capolista, con Gilardino che va con l’ultima mossa che corrisponde al nome di Ekuban per il 4-2-4 finale. Il grifone ci prova con estremo coraggio anche se l’ordine tattico è sparito da entrambe le parti, ma l’Inter riesce a tenere il risultato fino alla fine, anzi sfiora il terzo con Arnautovic fermato solo dalla parata di Martinez. La vittoria vale dunque quindici punti di vantaggio sulla Juve e una stella cucita sul petto sempre più vicina. Inzaghi è sempre ad un passo dal suo primo tricolore. Ora la trasferta di Bologna poi quella di Madrid per il ritorno degli ottavi di Champions League.

Inter (3-5-2): Sommer, Pavard (27’ s.t. Bisseck), de Vrij, Carlos Augusto; Dumfries (1’ s.t. Darmian), Barella, Asllani, Mkhitaryan, Dimarco (19’ s.t. Acerbi); Sanchez (19’ s.t. Thuram), Lautaro (30’ s.t. Arnautovic). All. Inzaghi. A disposizione: Akinsanmiro, Audero, Buchanan, Di Gennaro, Frattesi, Klaassen, Stankovic. Genoa (3-5-2): Martinez, De Winter, Bani, Vazquez; Sabelli (41’ s.t. Ekuban), Messias (17’ s.t. Vitinha), Badelj, Frendrup (1’ s.t. Strootman), Martin (17’ s.t Spence); Gudmundsson, Retegui. All. Gilardino. A disposizione: Bohinen, Cittadini, Leali, Malinovskyi, Pittino, Sommariva, Thorsby, Vogliacco. Marcatori: Asllani 31’, Sanchez 38’, Vazquez 54’ Ammoniti: Frendrup, Dumfries, Strootman, Vazquez, Lautaro Espulsi:

QOSHE - L’Inter soffre ma chiude i conti Scudetto: 2-1 al Genoa. Più 15 sulla Juve - Manuel Minguzzi
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L’Inter soffre ma chiude i conti Scudetto: 2-1 al Genoa. Più 15 sulla Juve

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05.03.2024

Milano, 4 marzo 2024 - La seconda stella è ormai cosa fatta e probabilmente si può iniziare a cucirla sulla maglia dell'Inter. Messa da parte la scaramanzia che ancora farà parte di qualche interista, il successo sul Genoa per due a uno, sofferto, vale quindici punti di vantaggio sulla seconda e un titolo che ormai appare in cassaforte. Non è stata una partita facile per la capolista che era andata in vantaggio con Asllani, splendido assist di Sanchez, poi aveva raddoppiato con un discusso rigore trasformato proprio dal cileno, ma nel secondo tempo il gol di Vazquez ha consentito al Genoa gli assalti finali che tuttavia non sono andati a buon fine. Per la prima volta si è vista una Inter maggiormente sfilacciata e in difficoltà, ma la prestazione è stata sufficiente ad assicurarsi la vittoria e, di conseguenza, anche lo Scudetto.

Inzaghi, alla panchina 300 in A, rilancia Carlos Augusto braccetto, Bastoni è squalificato, con Dimarco e Dumfries titolari in fascia, mentre davanti c’è Sanchez in coppia con Lautaro. Gilardino si affida a Gudmundsson e Retegui in attacco, con Messias a supporto. Inter subito con il possesso palla per provare a scardinare l’ordinata difesa genoana che decide di aspettare e ripartire, sfruttando anche le seconde palle sul lancio lungo. Ritmi non altissimi, infatti il grifone regge abbastanza bene in avvio di partita e non disdegna qualche ripartenza, mentre l’Inter non trova una trama utile per infilarsi nella........

© il Resto del Carlino


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