Ferrara, 7 marzo 2024 – Faceva il benzinaio Livio Celli, 61 anni. Poi – il pieno che costava un occhio della testa, meglio l’auto lasciarla in garage – è arrivata la crisi dei distributori. E lui si è messo a fare l’uomo del ponte, ponte di barche. A Santa Giulia e Gorino, insieme ad altri tre operai per una società che ha vinto il bando, al timone Marika Zanellati con il marito. Fa pagare il pedaggio sul ponte di Gorino, ramo del Po di Goro, gli occhi aperti 24 ore su 24.

FOCUS / Allerta meteo, ecco dove

"Siamo noi a sorvegliare, a controllare che tutto fili liscio", dice. C’era il sole ieri, ma il grande fiume così gonfio d’acqua lui non l’aveva visto mai nel mese di marzo. "Speriamo bene, io per scaramanzia incrocio le dita", le sue parole, gli occhi ad un orizzonte che annuncia ancora pioggia. Ieri sono stati ripristinati i ponti di barche, sui due rami del Po. Nei giorni scorsi le strutture erano state ’aperte’ per far passare quel gigante d’acqua, che porta con sé detriti, tronchi, la preoccupazione della gente che dagli argini segue quel lento scivolare verso la foce. Lungo le sponde, nel tratto che da Ariano Ferrarese arriva a Goro, alla foce nel Delta, anche una squadra dei vigili del fuoco di Codigoro, nella piena che di ora in ora cresceva, puntava verso il mare.

Sempre lungo il fiume, a 80 chilometri da Livio, nel tratto di Pontelagoscuro c’è Andrea Poggioli, 40 anni. Anche ieri mattina è andato con la sua barca sotto il ponte della statale a pesca, caccia grossa di siluri. Lui la piena l’ha già vista passare, tutta quell’acqua nel ribollire della corrente. Allagate ormai da giorni le golene, a Vallelunga, Francolino, a Occhiobello, sulla sponda del Veneto. La zona golenale dove tanti anni fa, nel 1951, c’è stata la rotta del Po.

Due sono state le ondate. La prima che, tra il 28 febbraio e il primo marzo, ha fatto fare al Po un balzo di quasi quattro metri. La seconda, che già ieri andava calando davanti alla prua della sua barca, un mare scuro che scendeva dal Piemonte. "Ho preso la barca, ho buttato l’amo, navigando però sotto l’argine", precisa Poggioli. Perché se non hai il fiume nel sangue come lui, come il padre Giuliano, 68 anni, e il figlio Ludovico, che di anni ne ha solo 12, è meglio se con la barca te ne stai a riva, gli ormeggi legati bene. Ieri il colmo di piena del Po è passato a Casalmaggiore, 4,30 metri sullo zero idrometrico. Poi è scivolato – si chiama piena morbida – davanti a Boretto (il livello ha superato i cinque metri). Nella scala, siamo al colore giallo. Soglia d’attenzione, il Po è un sorvegliato speciale. Il tratto più occidentale del fiume era già tornato sotto la soglia di criticità. Gli uomini dell’Aipo a vigilare, gli occhi aperti sui livelli, sugli argini. Pettorine e mezzi, pronti ad intervenire fianco a fianco con la Protezione civile. La piena passa.

Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica di Ferrara, vicepresidente nazionale dell’Anbi, traccia un quadro di quello che è successo, perché dalla storia venga tratta una lezione. "Ci sono stati fontanazzi e risorgive a Ruina e Francolino, tornano a galla da una memoria non così tanto remota termini che sembravano ormai dimenticati – il monito –. Ci tengo a precisare che l’onda d’acqua sta procedendo senza particolari problemi, nel Delta sta toccando un livello alto, siamo al colore arancione perché il mare stenta a ricevere. Invito a procedere ad un’attenta analisi ispettiva degli argini, nei punti dove si sono verificati questi fenomeni. Va fatto un censimento delle infiltrazioni per valutare interventi, a questo punto necessari".

Il clima folle nello scenario che ricalca le piene di novembre. Non è finita. Per le prossime 24 ore nel Delta del Po i valori potranno superare la soglia 2 di criticità (moderata, colore arancione). Il nastro si riavvolge, ancora qualche chilometro. Stellata di Bondeno. Filiberto Raisi, 40 anni, anche ieri ha accompagnato i pescatori sul fiume. "Il Po da oggi dovrebbe calare". Poco lontano la ’Rocca possente’, avvolta in un lago d’acqua.

QOSHE - Il passaggio della piena: viaggio lungo il Po, tra barcaioli e pescatori - Mario Bovenzi
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Il passaggio della piena: viaggio lungo il Po, tra barcaioli e pescatori

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07.03.2024

Ferrara, 7 marzo 2024 – Faceva il benzinaio Livio Celli, 61 anni. Poi – il pieno che costava un occhio della testa, meglio l’auto lasciarla in garage – è arrivata la crisi dei distributori. E lui si è messo a fare l’uomo del ponte, ponte di barche. A Santa Giulia e Gorino, insieme ad altri tre operai per una società che ha vinto il bando, al timone Marika Zanellati con il marito. Fa pagare il pedaggio sul ponte di Gorino, ramo del Po di Goro, gli occhi aperti 24 ore su 24.

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"Siamo noi a sorvegliare, a controllare che tutto fili liscio", dice. C’era il sole ieri, ma il grande fiume così gonfio d’acqua lui non l’aveva visto mai nel mese di marzo. "Speriamo bene, io per scaramanzia incrocio le dita", le sue parole, gli occhi ad un orizzonte che annuncia ancora pioggia. Ieri sono stati ripristinati i ponti di barche, sui due rami del Po. Nei giorni scorsi le strutture erano state ’aperte’ per far passare quel gigante........

© il Resto del Carlino


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