Ancona, 3 maggio 2024 – Gli appartamenti dell’ex Umberto I vandalizzati dalle baby-gang: degrado su degrado nella speranza di poter recuperare il sogno di un’area potenzialmente straordinaria finita nel baratro di un fallimento. Dove per decenni è sorto l’ospedale civile anconetano da oltre quindici anni regna l’incuria a cui si è unita la vergogna dei danni provocati agli edifici residenziali praticamente finiti, prima che i cantieri tacessero. Dopo tanti anni dall’ultima volta, il Carlino è tornato all’interno di quello che nei progetti imprenditoriali doveva diventare un villaggio residenziale di alto spessore. Si sarebbe dovuto chiamare ‘Cardeto’ e invece è rimasto da allora una macchia nera a cui adesso si cerca di trovare una soluzione.

In attesa che si torni a lavorare, lì dentro versa tutto in condizioni precarie e penose. Penetrare all’interno dell’enorme area dove fino al 2001 è stato attivo l’ospedale della città (tutti i reparti sono poi stati trasferiti a Torrette) non è difficile, ci sono tantissimi ingressi agevolati, tra falle nelle recinzioni e muretti saltati. Da qualche tempo il Tribunale Fallimentare ha predisposto un servizio di guardia per evitare che le bande di giovani devastino ulteriormente i manufatti che presto potrebbero essere recuperati. Non è facile, tuttavia, garantire la sicurezza in uno spazio così grande e pieno di pertugi da sfruttare.

I vandali, appunto, gli stessi che si sono divertiti in questi anni a sfondare le vetrate di porte e finestre, ricoprire le pareti degli edifici residenziali di scritte realizzate con le bombolette spray poi abbandonate sul posto. Atti inconcepibili come è inconcepibile pensare al fallimento imprenditoriale che ha prodotto questa situazione. Le palazzine dove erano già stati venduti degli appartamenti, prima del patatrac giudiziario, sono praticamente finite. La maggior parte delle case ha la sua porta blindata montata, dentro gli ambienti sono netti, dal piatto per la doccia agli infissi passando addirittura per le casseforti già murate. Colpisce la funzionalità degli impianti elettrici e del gas, le torri per gli ascensori già montati, i terrazzi, le serrande, quasi da potersi immaginare la vita del focolare domestico. Cavi elettrici e tubi penzolano dai soffitti e dai pianerottoli come fossero salici piangenti; e viene da piangere nel vedere una simile devastazione unita a uno spreco generale immane.

Tra le palazzine praticamente finite c’è pure quella di un ex operaio della ditta che prima del fallimento si occupava della costruzione del villaggio. Da allora è stato lasciato all’interno dell’ormai suo appartamento, seppur non collegato con le utenze, curato e ben tenuto. Si tratta di un uomo di nazionalità ucraina che vive lì dentro con la moglie. Lo avevamo incontrato durante l’ultimo sopralluogo, prima del Covid, e lui è ancora lì. In pratica è stato ‘assunto’ dalla stessa Curatela affinché svolga un’opera di controllo (assieme al servizio di vigilanza) nei confronti della struttura, proteggendola proprio dai blitz delle bande di devastatori.

Infine gli edifici in mattoni che ospitavano i reparti, in piedi solo perché costruiti bene più di cento anni fa. Dentro una baracca che serviva alla ditta abbiamo trovato i tabelloni dei cantieri abbandonati da anni. Pezzi di memoria storica destinati ai posteri, nella speranza di veder risorgere quel sito residenziale.

QOSHE - Blitz all’ex Umberto I: vetrate e porte sfondate, pareti imbrattate. I vandali devastano il degrado - Pierfrancesco Curzi
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Blitz all’ex Umberto I: vetrate e porte sfondate, pareti imbrattate. I vandali devastano il degrado

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03.05.2024

Ancona, 3 maggio 2024 – Gli appartamenti dell’ex Umberto I vandalizzati dalle baby-gang: degrado su degrado nella speranza di poter recuperare il sogno di un’area potenzialmente straordinaria finita nel baratro di un fallimento. Dove per decenni è sorto l’ospedale civile anconetano da oltre quindici anni regna l’incuria a cui si è unita la vergogna dei danni provocati agli edifici residenziali praticamente finiti, prima che i cantieri tacessero. Dopo tanti anni dall’ultima volta, il Carlino è tornato all’interno di quello che nei progetti imprenditoriali doveva diventare un villaggio residenziale di alto spessore. Si sarebbe dovuto chiamare ‘Cardeto’ e invece è rimasto da allora una macchia nera a cui adesso si cerca di trovare una soluzione.

In attesa che si torni a lavorare, lì dentro versa tutto in condizioni........

© il Resto del Carlino


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