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«Siamo sette, ne manca uno. ..». Il vero problema nel gabbione dei Pancaldi è sempre stato questo: l’ottavo. Poi vabbè, a volte manca anche il pallone, ma quello si prende in prestito ai bimbi che giocano prima, «te lo riporto dopo in cabina».

L’ottavo invece è la chiusura del cerchio, il jack di cuori che ti entra mentre giochi a poker e hai in mano 10, donna, re e asso a cuori. A volte invece del jack di cuori devi prendere il gobbo di picche, ovvero un tuo amico senza scarpe che l’ultima gabbionata l’ha fatta quando c’era Pertini presidente della Repubblica. Ma non ci sono problemi. Quando fai le squadre (anzi, “le madri”) , basta spacciare il tuo amico per un fenomeno, «prendetelo voi, lui è forte, corre per quattro”. Se poi al suo primo tiro di puntarolo qualcuno si accorge del bluff, ecco il classico «me lo ricordavo meglio, ma siete lo stesso più forti voi».

Perché nel gabbione non devi vincere e basta. Devi vincere ma dire anche che eri più debole. L’alleato perfetto di solito è qualche sconosciuto che è li fuori che guarda la gabbionata, «è vero o no che sono più forti? Boia, guardali...». Il poveretto, che è scappato dalla moglie per due minuti di pace, si ritrova in una situazione troppo più grande di lui e annuisce sempre. Una garanzia.

Poi ci sarebbe anche il problema del portiere. Uno che deve stare lì fermo, a prendere le pallonate, perché appena fa un passo in avanti viene divorato “Ma dove vai? Oh, se tocca a te, ci devi stare”. Di solito si fa un po’per uno, ma c’è sempre quello che ci sta il tempo di uno starnuto e quello che ci deve fare il turno 2-10 come all’Eni. Se alla prima azione in porta senza toccare palla vi sentite dire, «dè, sei proprio bravo, ma te facevi il portiere? », ecco, preparatevi perché avete appena vinto il turno 2-10.

Dopo la gabbionata, l’immancabile tuffo in mare. Possibilmente belli sudati, come consiglia qualsiasi dottore. I veri professionisti si buttano dallo scoglio con la maglia sudata, che inquina più di una petroliera rovesciata. É il momento dei commenti sobrii, quello dove tiri su di morale l’amico che ha perso. «Ma in che stato eri oggi? Sembravi un morto».

Ma cosa sarebbe un’estate ai Pancaldi senza gabbione? Senza “chi siamo oggi? ”, senza “domani a che ora si gioca? ”, senza “vai, hai riperso un’altra volta? ”. Impossibile anche solo pensarlo. Fate in fretta a sistemare il gabbione. Noi intanto si cerca l’ottavo.



QOSHE - L’ottavo, la puntarolata e il rito del bagno - Alessandro Bernini
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L’ottavo, la puntarolata e il rito del bagno

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09.03.2024

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«Siamo sette, ne manca uno. ..». Il vero problema nel gabbione dei Pancaldi è sempre stato questo: l’ottavo. Poi vabbè, a volte manca anche il pallone, ma quello si prende in prestito ai bimbi che giocano prima, «te lo riporto dopo in cabina».

L’ottavo invece è la chiusura del cerchio, il jack di cuori che ti entra mentre giochi a poker e hai in mano 10, donna, re e asso a cuori. A volte invece del jack di cuori devi prendere il gobbo di picche, ovvero un tuo amico senza scarpe che l’ultima gabbionata l’ha fatta quando c’era Pertini presidente della Repubblica. Ma non ci sono........

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