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LIVORNO. Le immagini del gabbione dei Pancaldi sradicato dalla mareggiata che colpì Livorno a inizio dicembre hanno fatto il giro dell’Italia intera. L’intera parete crollata, la rete che non c’è più e la base che ha perso tanti dei suoi pezzi, finiti in mezzo al campo di uno dei più celebri gabbioni della città. Vederlo in quelle condizioni è stato un colpo al cuore per tutti i livornesi. Per chi ci ha giocato da ragazzino, per chi ci aveva giocato fino a pochi mesi prima e anche solo per chi lo aveva sempre e solo visto passando dal viale Italia.

Com’è oggi

Ecco, oggi, basta percorrere il viale a mare per accorgersi come la situazione dal dicembre scorso non sia cambiata di molto. Il gabbione è sempre lì che aspetta di essere ristrutturato, come un paziente in lista d’attesa all’ospedale. I tempi appaiono biblici allo stesso modo e intanto la stagione estiva si avvicina. «Ci sono problemi burocratici che non ci permettono di avere ancora la licenza per poter iniziare la ristrutturazione – spiega subito Giorgio Bonaventura, storico proprietario dello stabilimento -. È un’odissea. Sono stati fatti dei sopralluoghi e altre valutazioni, ci era stato detto che la licenza sarebbe arrivata per inizio marzo, ma ancora non è così. Speriamo che possa arrivare a breve».

La situazione

Notizie certe non ce ne sono, ma il tempo per poter agire secondo Bonaventura c’è ancora senza troppi problemi. «Lo stabilimento fa parte delle Belle Arti quindi ogni procedimento deve essere approvato anche da loro ed è uno dei motivi per cui la burocrazia si allunga ancor di più rispetto al solito. Di preciso non sappiamo quando ci verrà data l’autorizzazione, ma noi siamo pronti per metterci in moto non appena avremo il via». All’apertura dello stabilimento, che di solito avviene intorno al 22 maggio, mancano un’ottantina di giorni, tempo in cui servirà necessariamente terminare i lavori per evitare un inizio di stagione senza il mitico gabbione. «Il tempo c’è anche se è evidente che inizi a stringere – prosegue Bonaventura -. La tabella di marcia dice che per fare il gabbione servirà un mese di lavoro, quindi dovremo essere anche fortunati con il vento e la pioggia, perché sia col libeccio che con il temporale non sarà possibile lavorare. Abbiamo già ordinato tutto il materiale e individuato la ditta che possa fare il lavoro, noi, lo ripeto, siamo pronti».

L’ipotesi peggiore

Lo storico proprietario dei Bagni Pancaldi non vuole neanche pensare all’idea di poter aprire le porte del proprio stabilimento a due passi dalla Terrazza Mascagni senza il pallone che rotola nel gabbione.

«La stagione del gabbione non è rischio. Le ultime valutazioni verranno fatte da un’impresa piemontese per capire se una parte del campo sintetico potrà essere salvata o meno. Se l’autorizzazione ci verrà data in ritardo vuol dire che aumenteremo le persone che lavoreranno alla ristrutturazione, vogliamo aprire lo stabilimento con il gabbione nuovo».

Allegri ma non troppo

Poche ore dopo la mareggiata che aveva distrutto il gabbione dei Bagni Pancaldi, attraverso il nostro giornale, anche Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus che ha regalato al “gabbione” una notorietà nazionale, si era offerto di aiutare lo stabilimento per ricostruirlo.

«Si tratta di un intervento che complessivamente ci costerà tra i 350 e i 400mila euro visto che oltre al gabbione dovremo ricostruire tutta la parte che è stata colpita dalla mareggiata, compreso il tetto della cabine zona piscina e tutta quella zona là. Il gesto di Allegri sappiamo che lo ha fatto di getto e con il cuore, ma non è fattibile che un privato possa intervenire economicamente. Non possiamo accettare. Se avrà piacere lo inviteremo all’inaugurazione».
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QOSHE - Pancaldi, ritardi per il via ai lavori. «Ma a maggio il gabbione pronto» - Alessandro Lazzerini
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Pancaldi, ritardi per il via ai lavori. «Ma a maggio il gabbione pronto»

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09.03.2024

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LIVORNO. Le immagini del gabbione dei Pancaldi sradicato dalla mareggiata che colpì Livorno a inizio dicembre hanno fatto il giro dell’Italia intera. L’intera parete crollata, la rete che non c’è più e la base che ha perso tanti dei suoi pezzi, finiti in mezzo al campo di uno dei più celebri gabbioni della città. Vederlo in quelle condizioni è stato un colpo al cuore per tutti i livornesi. Per chi ci ha giocato da ragazzino, per chi ci aveva giocato fino a pochi mesi prima e anche solo per chi lo aveva sempre e solo visto passando dal viale Italia.

Com’è oggi

Ecco, oggi, basta percorrere il viale a mare per accorgersi come la situazione dal dicembre scorso non sia cambiata di molto. Il gabbione è sempre lì che aspetta di essere ristrutturato, come un paziente in lista d’attesa all’ospedale. I tempi appaiono biblici allo stesso modo e intanto la stagione estiva si avvicina. «Ci sono problemi burocratici che........

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